Gli effetti della crisi ucraina stanno toccando qualsiasi aspetto della nostra vita. Dall’energia al petrolio, dal grano all’inflazione, tutto è sotto “attacco” russo. Eppure, se anche l’acqua diventasse un lusso a causa della guerra? Cerchiamo di capire insieme come stanno le cose realmente.
Il porto di Odessa chiuso a causa dell’invasione russa in Ucraina, ha posto, ancora una volta l’attenzione su uno dei rischi più paventati nelle ultime settimane: mangiare. Un diritto fondamentale, insomma, messo a repentaglio dalla guerra, una condizione che pensavamo di aver superato per sempre grazie alla diplomazia e ad una maggiore coscienza politica, nonché morale.
Per evitare una vera e propria emergenza umanitaria, le altre potenze occidentali stanno cercando di importare materie prime come il gas o il grano da altri paesi. Uno di questi era l’India che ha dovuto però fare dietrofront a causa di un’anomala ondata di caldo ad aprile che ha travolto il paese.
Da più di 100 giorni però, stiamo vivendo una condizione nuova, instabile e disordinata a 360 gradi. Tutto sembra una scoperta importantissima e per nulla scontata. Dopo il grano, la paventata crisi alimentare globale ed il caro energia che ha dato una stangata incredibile alle tasche degli italiani, ora anche l’acqua potrebbe diventare un lusso a causa dell’invasione russa. Ma cosa vuol dire nel concreto?
Acqua sì, ma dal rubinetto
Il problema, ovviamente non è l’acqua in sé, ma l’intero ciclo produttivo che – come in ogni settore – sta risentendo in generale dell’aumento dei prezzi o delle materie prime. I produttori di acqua, infatti, avevano riscontrato un aumento dei costi. Dalle confezioni per imbottigliare al trasporto delle confezioni d’acqua, tutto ha subito un rincaro elevato. Giusto per fare un esempio, solo il costo del PET è aumentato dell’84%, per un’impennata dei prezzi da 750 a 1.400 euro alla tonnellata.
Ma anche i consumatori hanno lamentato sui social una certa insofferenza, complice anche il caro bollette che ha decisamente esasperato la situazione economica di tantissime famiglie italiane. C’è chi, infatti, ha notato un aumento anche di 10 centesimi sulle confezioni di acqua. Tuttavia, sempre sui social, qualcuno ha proposto una soluzione: l’acqua del rubinetto.
In Germania e nel Regno Unito, infatti, la maggior parte dei cittadini consumano regolarmente acqua dal rubinetto. Una soluzione green, zero waste, ad impatto zero ed anche economica. Inoltre, la plastica delle bottiglie, oltre ad essere inquinante, è anche pericolosa per la nostra salute, a differenza di quella del rubinetto. Tuttavia, in Italia non si è sviluppata una certa cultura, anche a causa delle condutture vecchie, arrugginite e piene di calcare nella maggior parte delle abitazioni italiane.
Sarebbe però la soluzione migliore. Il nostro paese ha consumato a testa nel 2019 ben 222 litri d’acqua rispetto, ad esempio, ai 174,9 della Spagna ed i 167,7 della Germania.