Cosa comporta acquistare capi d’abbigliamento da grandi marchi di fast-fashion come quello di SheIn? E vi siete mai chiesti il perché dei prezzi così competitivi? È arrivato il momento di rendere tutto più chiaro, per uno shopping consapevole!
Negli ultimi anni il settore della moda, e più in generale quello che riguarda l’estetica, è cresciuto notevolmente. Tantissimi sono i nuovi brand, e le tendenze da seguire in fatto di fashion cambiano repentinamente. Talmente tanto che per andare in contro alle necessità dei consumatori è nata ciò che comunemente viene chiamata la fast-fashion, ossia brand che producono capi d’abbigliamento, e non solo, a prezzi bassi, competitivi, e velocemente. In questo modo tutti possono seguire le tendenze senza dover necessariamente acquistare dai lusso. Ma cosa si nasconde dietro alle industrie di fast-fashion? E perché i prezzi sono così bassi?
Su cosa si basa l’economia? Su due concetti base: domanda e offerta.
Pensiamo ai beni di prima necessità, come il cibo. È una fonte di primo sostentamento, quindi non possiamo farne a meno. Allora i prezzi sono accessibili, in modo che tutti possano accedervi. Ma cosa succede quando la domanda è alta e le materie prime scarseggiano? Aumentano i prezzi, e questa dinamica si perpetua in tutti i settori.
Ma cosa succede invece quando un determinato settore non produce materie indispensabili? Subentra il marketing! Mi spiego meglio. Prendiamo in analisi il settore del fashion: un’industria enorme in continua evoluzione. Nuovi brand che nascono ogni giorno, collezioni infinite, settimane della moda, e molto altro ancora. Ma la richiesta non è infinita; una volta acquistati i capi che ci servono non abbiamo la necessità “reale” di acquistare ancora. E allora come fare ad aumentare la richiesta? Con le strategie di marketing: promo pubblicitarie, influencer che ci mostrano ogni giorni nuovi capi d’abbigliamento, e alla fine di ogni giornata arriviamo a credere che quella borsa o quel paio di scarpe siano indispensabili nella nostra vita.
Poi, però, subentra un’altro fattore: quello economico. Non sempre è possibile acquistare capi di marca che costano migliaia di euro, e quindi per non rinunciare a quelle tendenze così indispensabili ricorriamo allo shopping low-cost.
Qui entra in gioco il fast-fashion, ossia brand che in pochissimo tempo diventano virali per produrre articoli di abbigliamento, e non solo, simili se non uguali a quelli realizzati dai brand di lusso acquistabili a prezzi notevolmente più bassi.
Ma com’è possibile una differenza così sostanziale nei prezzi? E cosa acquistiamo realmente? Rispondiamo a tutte queste domande insieme per arrivare ad uno shopping consapevole ed equilibrato!
SheIn e il fast-fashion? Come acquistare in maniera consapevole?
Il consumatore deve essere cosciente di cosa acquista: questo è lo shopping consapevole. Ma a volta siamo ammaliati da sponsor pubblicitari e quant’altro che smettiamo di riflettere e acquistiamo senza sapere la verità dei prodotti che aggiungiamo nei nostri carrelli, reali o virtuali. È arrivato il momento di giocare a carte scoperte!
La Public Eye, una ONG svizzera, ha cercato di scoprire cosa si celava dietro ai prezzi così competitivi del grande colosso del fast-fashion SheIn. È stato rivelato che i motivi dietro ai costi bassi sono molti, tra cui sfruttamento dei lavoratori e posti di lavoro non sicuri.
Ciò però non toglie la realtà dei fatti: SheIn, come molti altri, crea e soddisfa allo stesso tempo le necessità dei compratori. Grazie ad algoritmi sofisticati e tecniche di marketing all’avanguardia rende possibile l’acquisto di capi simili, se non identici, a quelli realizzati dai brand di lusso. Sui social media, ad esempio, è nato l’hastag #dupe, utilizzato dagli influencer per paragonare i capi di alta moda con quelli acquistabili nelle aziende di fast-fashion. In questo modo siamo invogliati ad acquistare articoli di cui non ne abbiamo una reale necessità solo per il fatto di poterlo fare a prezzi vantaggiosi.
Ma tutto ciò nasce in primis dall’industria della moda, che spinge i consumatori a possedere innumerevoli articoli per seguire tendenze che sono passeggere e che non sono dettate da vere necessità.
La Commissione Europea vede tutta questa situazione con estrema preoccupazione, considerato che l’industria della moda è uno dei settori più inquinanti al momento. Si inizia a parlare di strategie sostenibili, che prevedono il riutilizzo e riciclo di tessuti inutilizzati, o addirittura una raccolta differenziata che riguardi anche i capi d’abbigliamento.
Esistono però dei modi per risparmiare nella moda, ad esempio iniziando dal proprio guardaroba!
Infine una domanda ci sorge spontanea: possiamo dunque pensare che le industrie di fast-fashion siano le uniche colpevoli della crescente produzione di capi di abbigliamento e quindi di inquinamento oppure è una risposta a delle strategie di marketing cresciute a dismisura?
Questa è la domanda che dobbiamo porci ogni qual volta decidiamo di acquistare nuovi capi di abbigliamento, che siano low-cost o no. Ci serve realmente tutto ciò?