Una delle risorse fondamentali per l’uomo, il grano, ha subito una grave battuta d’arresto in uno dei paesi più popolosi di sempre. Ma gli effetti si sentono, però, il tutto il mondo.
Stiamo vivendo una condizione assolutamente straordinaria, questo è innegabile. Problemi che pensavamo fossero un ricordo lontano, come l’approvvigionamento delle materie prime, ritornano prepotentemente nelle nostre vite. Tutte le certezze, soprattutto economiche, sembrano ora non avere basi così solide come credevamo e questo a causa di uno dei problemi più antichi del mondo: la guerra.
Non è un mistero che la guerra metta in crisi l’economia e la prosperità dei paesi coinvolti. Eppure, in un mondo così globalizzato ed interdipendente, questi effetti si propagano a dismisura inglobando anche le altre nazioni, al momento spettatrici del conflitto in corso. L’Ucraina, infatti, è da sempre considerata il granaio d’Europa, capace da sola di soddisfare i bisogni alimentari di ben 600 milioni di persone. Capiamo quindi come le esportazioni di frumento ed altri cereali siano cruciali per le democrazie occidentali.
Ma l’invasione russa sta mettendo seriamente a repentaglio un diritto tanto fondamentale quanto scontato: mangiare. Per evitare, quindi, una vera e propria emergenza umanitaria, le altre potenze occidentali stanno cercando di importare materie prime come il gas o il grano da altri paesi. Uno di questi è l’India che è giunta però ad una decisione che farà discutere ancora a lungo.
Complice l’anomala ondata di caldo di aprile che ha travolto il paese, il governo di Nuova Delhi ha deciso di bloccare le esportazioni di grano. L’India, però, è il secondo esportatore di grano al mondo dopo la Cina, una sua battura d’arresto quindi non è per nulla un buon segno, malgrado il Ministro del Commercio avesse garantito agli altri paesi una fornitura adeguata di frumento.
“Gli agricoltori indiani hanno messo da parte un eccesso di riserve e sono pronti a sfamare il mondo”, aveva twittato un mese fa Piyush Goyal, ministro del Commercio e dell’Industria dell’India. Ma cosa ne è stato di quella promessa solo un mese dopo?
Tuttavia la decisione dell’India è stata inevitabile, nonché imprevista. Le elevate temperature fuori stagione, infatti, hanno costretto il governo di Nuova Delhi a correre ai ripari, prendendo una scelta davvero drastica e dagli effetti catastrofici. Non solo le quantità di raccolto si sono ridotte considerevolmente, ma anche i prezzi sono saliti vertiginosamente. Che sia solo l’inizio di una crisi alimentare globale?
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