La Cop26 ha preso il via: tra le soluzioni innovative presenti, anche un progetto italiano destinato a purificare l’aria. Si chiama AirBubble e tutti lo amano già. Vediamo insieme di cosa si tratta
La Cop26, conferenza delle Nazioni Unite che vede circa 200 Paesi del mondo presenti per discutere della crisi climatica, è ufficialmente iniziata. Tra le aziende presenti con le proprie proposte in merito a questa tematica, troviamo anche un’impresa italiana che ha lo scopo di purificare l’aria.
Si tratta di AirBubble: un bioreattore gonfiabile che sfrutta un particolare processo basato sulla coltura di microalghe in fotobioreattori, per catturare agenti inquinanti. Obiettivo è quello di filtrare le particelle di inquinamento e l’anidride carbonica per ottenere un ambiente purificato.
L’installazione è stata realizzata da Claudia Pasquero e Marco Poletto, di ecoLogicStudio, ed è visitabile al Glasgow Science Centre fino al 12 novembre. L’aspetto è quello di un’enorme palla gonfiabile, costituita da una sottile membrana di Tpu, un materiale termoplastico elastico, trasparente e completamente riciclabile.
Il progetto AirBubble era già stato protagonista del nuovo parco giochi ecologico di Varsavia. A maggio 2021 si presentava, infatti, come la prima struttura al mondo che sfruttava le microalghe per purificare l’aria.
In Polonia, appunto, si era posta come una tecnologia che riusciva a utilizzare la bio-intelligenza dei sistemi naturali in città. Ovvero, gli edifici possono essere trasformati in vere e proprie macchine viventi in grado di produrre energia, immagazzinare CO2 e ripulire l’aria.
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Tanto è stato il successo di AirBubble, che si è deciso di riproporre il progetto anche alla Cop26. Pertanto, qui, i visitatori sono invitati a conoscere questa nuova tecnologia che permette di purificare l’aria attraverso le microalghe.
La macchina è composta da 24 bioreattori, nei quali sono presenti colture di alghe fotosintetiche Chlorella che possono catturare fino a 6 sostanze inquinanti. Tra queste, si cita: particolato fine PM2.5 e PM10, ozono a livello del suolo (O3), biossido di azoto (NO2), biossido di zolfo (SO2) e monossido di carbonio (CO).
Il sistema di cui si compone AirBubble può assorbire il 97% dell’azoto e il 75% del particolato nell’aria. Grazie agli oltre 6.000 litri d’acqua, con 200 litri di colture viventi di microalghe, si riescono a filtrare ben 100 litri di aria urbana inquinata al minuto!
A Varsavia, si è potuto constatare che, grazie ad AirBubble, si è riusciti a ridurre i livelli di inquinamento dell’80%. Un ottimo risultato che, se applicato in tutte le città a livello globale, potrebbe contrastare attivamente le emissioni nocive e offrire, così, un contributo significativo per contribuire a risolvere la crisi climatica.
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