L’affascinante vita di Valerie Taylor in un film. A 85 anni, la celebre sub australiana scende ancora negli abissi in difesa degli squali, specie sempre più a rischio.
Una vera e propria “Amica degli squali“, così come la definisce il titolo del nuovo film di cui è protagonista. Valerie Taylor, 85 anni, è una star del universo sottomarino: conosciuta in tutto il mondo per la sua attività di subacquea e ricercatrice, ancora oggi si immerge nelle profondità del mare per sensibilizzare sulla tutela degli squali.
Valerie Taylor ha iniziato a immergersi a 15 anni, nel 1950, e non ha più smesso. “Ogni immersione ha il potenziale per essere una grande avventura. Sarei scivolata in acqua dentro un altro mondo”, dice nel film che racconta la sua vita, disponibile su Disney+.
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Una pioniera delle riprese sott’acqua per studiare gli squali, partita come pescatrice per provvedere al sostentamento della famiglia, ma poco dopo votata alle esperienze subacquee rispettose delle specie che popolano il mare. “Ho ucciso un solo squalo – dichiara – ma non avrei voluto. All’epoca si sapeva molto poco sugli squali, potevi vederli dalla barca ma non si erano mai visti sott’acqua in azione“.
Vincitrice di numerosi premi come fotografa e filmmaker, insieme al marito Ron ha realizzato numerose riprese anche per documentari e film del grande schermo. Tra questi film c’è anche Lo squalo, che purtroppo alimentò la paura di questo splendido animale nelle persone. Una specie che, in realtà, come sostiene la stessa Valerie è innocente e “impara meglio di un cane“.
Ancora oggi, appunto, Valerie Taylor indossa la sua muta e va a visitare i suoi amici squali. Dopo una vita dedicata allo studio e alla tutela di questa specie, infatti, non si vuole fermare. “Forse mi immergerò anche quando sarò sulla sedia a rotelle“, spiega nel documentario.
Una specie a rischio
Gli squali rappresentano una specie sempre più a rischio, a causa della pesca intensiva che spesso porta al commercio di pinne o al consumo di carne di squalo in molti stati dell’Asia. Lo scorso anno, centinaia di pescherecci cinesi hanno invaso le Galapagos per pescare illegalmente con reti da traino in un’area protetta al largo dell’Ecuador. Tra le vittime di questa pesca abusiva, c’erano appunto anche gli squali insieme ad altre specie protette.
Valerie Taylor ha denunciato anche le condizioni delle acque di Milne Bay, in Papua Nuova Guinea, dove si è immersa nel 2020. “Non c’era neppure uno squalo, in un posto dove un tempo ce n’erano tantissimi – ha dichiarato al Corriere.it – Credo siano tutti morti. I cinesi sono stati lì a pesca, è una tragedia. Ne sono stata sconvolta, non voglio più tornarci“.
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Ma non solo lì: anche in altri luoghi che Valerie ha frequentato nella sua lunga carriera di immersioni, gli squali sono scomparsi a causa dell’azione dell’uomo.
“C’era un posto dove ne vedevo tantissimi nel New South Wales: ora non ce ne sono più – spiega ancora al Corriere.it – E c’è chi continua a massacrare gli ultimi rimasti. Non accade soltanto agli squali: gli animali marini possono essere catturati gratis; e finché c’è un pesce o uno squalo che può essere catturato e venduto, noi, avidi umani continueremo a prenderlo“.