Arrivano i risultati shock di questa nuova ricerca. Molti pensano che siano amici dell’ambiente e invece non è cosi! Continua a leggere…
Sono stati da poco divulgati i risultati di un nuovo e recente studio effettuato da: il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), insieme all’Istituto dei processi chimico-fisici (Cnr-Ipcf), l’Istituto di scienze marine (Cnr-Ismar), l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il Distretto ligure per le tecnologie marine (Dltm), la Polizia di Stato – Centro Nautico e i Sommozzatori La Spezia (CNeS).
Si tratta di uno studio di enorme rilevanza che ha portato ad una conclusione sconcertante ma ora ufficiale: le bioplastiche inquinano tanto quanto la plastica.
I loro tempi di degradazione sono davvero molto lunghi, comparabili a quelli dei materiali plastici non biologici. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista open access Polymers all’interno della quale è possibile prendere visione della sperimentazione condotta dagli esperti, quella che li ha portati a raggiungere le conclusioni riguardanti la bioplastica.
Nello specifico hanno messo in comparazione due polimeri tra i più utilizzati nella realizzazione dei comuni oggetti di plastica: HDPE e PP.
Insieme a questi, hanno preso in considerazione anche altri due polimeri di plastica biodegradabile questa volta: PLA e PBAT.
Ciò che è scaturito al termine della sperimentazione è stato davvero sconcertante. Vediamo nei dettagli di cosa si tratta.
I risultati della ricerca sulle bioplastiche
Per riuscire a comprendere a pieno le tempistiche di degradazione che i 4 tipi di polimeri impiegano realmente, gli esperti li hanno comparati tra loro andando a verificare il loro grado di invecchiamento sia nell’acqua di mare che nella sabbia.
Stando ai risultati della ricerca, dopo circa 6 mesi di osservazioni, gli scienziati hanno constatato che nessuno dei polimeri presi in analisi ha mostrato segni di degradazione. Insieme a questo tipo di controllo sono state effettuate anche ulteriori test.
In particolar modo gli studiosi, presso il laboratorio di Pisa del Cnr-Ipfc, hanno sottoposto i campioni ad analisi chimiche, spettroscopiche e termiche. Tutto ciò ha mostrato come all’interno dell’ambiente naturale le bioplastiche hanno tempi di degradazione ampiamente più estesi rispetto a quello che si pensava.
Cosa bisogna cambiare
I risultati divulgati grazie a questo tipo di ricerca sono davvero essenziali e sottolineano l’importanza di dover informare le persone riguardo argomenti come la bioplastica appunto.
Già da Gennaio 2021 in Italia è stato approvato il divieto di utilizzare la plastica usa e getta, azione che ha portato ad un incremento della vendita della plastica biodegradabile. Tuttavia non bisogna commettere l’errore di pensare che quest’ultima sia meno inquinante di quella normale.
Lo studio descritto all’inizio di questo articolo ha dimostrato esattamente come anche le microplastiche bio siano nocive per l’ambiente.