Esiste un animale sconosciuto, il più piccolo della sua specie, che rappresenta una figura essenziale per la sopravvivenza di un intero ecosistema. Scopriamo subito insieme di cosa si tratta.
La natura è affascinante e nasconde segreti e curiosità che molti spesso ignorano. Ogni ambiente ha le sue caratteristiche fondamentali e funziona secondo metodi e criteri differenti e vitali. Le specie animali e vegetali hanno la capacità di sviluppare tecniche di adattamento specifiche per ambientarsi in determinati luoghi così da riuscire a sopravvivere.
Questi creano ecosistemi meravigliosi in grado di funzionare perfettamente e all’interno dei quali ogni specie riesce a coesistere con un’altra. Attraverso particolari meccanismi di compensazione animali e piante, di grandi e piccole dimensioni, condividono la loro esistenza in uno stesso luogo in modo semplice.
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Tuttavia, affinché tutto possa esistere e prosperare nel modo corretto, occorre che, alla base di ogni biosistema, ci sia qualcuno o qualcosa che ne regoli il funzionamento stesso. Parliamo di esseri incaricati di svolgere funzioni specifiche, come se fossero ingegneri naturali, in grado di mantenere in piedi l’intero ecosistema.
Un animale essenziale per l’ecosistema ma in pericolo di estinzione
Esiste un animale, il più piccolo della sua specie, che per molti risulta un essere sconosciuto e che tuttavia, svolge un’azione essenziale per la sopravvivenza di un intero ecosistema in particolare. Si tratta del cinghiale nano, un suino piccolissimo, il più piccolo del mondo.
Purtroppo, parliamo di una specie in via di estinzione e vive nell’India settentrionale. In passato fu ritenuto completamente scomparso fino a quando, nel 1971, nello stato indiano dell’Assam, un lavoratore di una piantagione di té lo avvistò.
Solamente negli anni ’90 iniziarono, finalmente, ad agire per la tutela del cinghiale nano. Vennero, così, istituiti i primi allevamenti in cattività con l’obiettivo di proteggere la specie per poi, successivamente, reinserirla in natura.
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I cinghiali nani rappresentano l’ultima specie vivente al mondo del genere porcula. Fortunatamente, non hanno grandi problemi a riprodursi e, ad oggi, ci sono oltre 400 cinghialetti che si aggirano nelle praterie indiane.
Tutto ciò è avvenuto grazie all’intervento del Pygmy Hog Conservation Program, un programma creato da Gerald Durrell del Durrell Wildlife Conservation Trust. Tra il 2008 e il 2020, il PHCP ha rilasciato quasi 200 maiali selvatici all’interno di due parchi nazionali e in altri due santuari della fauna selvatica.
Il lavoro fondamentale dei cinghiali nani
I cinghiali nani sono una specie estremamente importante. Rientrano tra le specie protette in via di estinzione poiché la loro salvaguardia è fondamentale. Questi piccoli animali svolgono una funzione essenziale per le praterie del Terai dell’India Settentrionale.
Essi rappresentano la specie chiave che rende possibile l’esistenza dell’intero ecosistema di quella particolare area indiana. Nello specifico, il loro compito naturale è quello di strappare l’erba per poi impiegarla, al fine di creare dei piccoli nidi nei punti di depressione del terreno.
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Inoltre, attraverso i loro spostamenti, creano dei sentieri tra gli steli dell’erba. Si tratta di varchi che rendono possibile il passaggio dei raggi solari affinché questi raggiungano anche le specie vegetali più nascoste. In questo modo, tutta la vegetazione riesce a ricevere la luce di cui ha bisogno per prosperare.
Si tratta di azioni che sembrano quasi insignificanti ma che, tuttavia, sono alla base dell’intero funzionamento delle praterie del Terai. Meccanismi, questi, che hanno un effetto a cascata sull’intero ecosistema e senza i quali, niente potrebbe esistere.