“Ansia climatica”: una preoccupazione crescente per tutti

La COP26 è da pochi giorni terminata, ma ha lasciato un segno indelebile su leader e cittadini del mondo: la nuova “ansia climatica” si sta diffondendo sempre più.

L’attesissima COP26, la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, è terminata il 12 novembre. Dopo due settimane di discussioni con il coinvolgimento di autorità e organizzazioni nazionali e internazionali, non entriamo tanto nel merito di ciò che è stato deciso quanto di ciò che la Conferenza delle Parti ha lasciato nei partecipanti.

Ansia climatica
Ansia climatica (foto: Pexels-Keenan Constance)

L’aveva menzionata Barack Obama durante il suo intervento alla stessa COP: c’è una “ansia climatica” che si sta diffondendo sempre di più. Una preoccupazione crescente per la situazione del clima che non solo attanaglia i giovani, ma parrebbe essere entrata anche nella mente dei leader mondiali.

Il cambiamento climatico sarebbe, appunto, una fonte di “vera ansia e vero pericolo” per i giovani, una questione “personale” – secondo Obama. Ne avevamo già parlato anche noi, definendolo come dramma ambientale che crea danni psicologici ai giovani: l’eco-ansia è caratterizzata da una paura per il futuro, causata da una preoccupazione molto forte per la condizione in cui versa il nostro pianeta.

Non si tratta però, appunto, di un disturbo legato solo alle nuove generazioni ma anche a coloro che hanno partecipato alla COP26. Ecco perché.

LEGGI ANCHE >>> Cop15 e Cop26: perché due versioni diverse della Conferenza delle Parti?

Ansia climatica alla COP26

protesta clima
Protesta per il clima (foto: Pexels-Markus Spiske)

Lo spiega molto bene Oliver Milman, inviato per il Guardian alla COP26 di Glasgow. Secondo il reporter, all’ultima Conferenza sul clima sarebbe emersa una preoccupazione crescente – espressa come frustrazione e ansia – in molti dei 25mila partecipanti all’evento.

Dallo stesso Obama, che lo ha appunto espresso nel suo discorso, fino agli attivisti e ricercatori ambientali come Alexis Pascaris che avrebbe voluto vedere maggiori passi avanti per contenere l’aumento delle temperature globali: “Ci sono ancora cose che mancano nel testo (l’accordo condiviso dai leader, ndr) e l’orologio ticchetta, questo si è aggiunto alla paura e alla rabbia“, ha detto al giornalista del Guardian.

Secondo Milman, per altri delegati “la minaccia incombente della catastrofe climatica sarebbe da rintracciare in un pericolo tangente più che in paure astratte“. Per le popolazioni più colpite dagli effetti del cambiamento climatico, infatti, questo pericolo è già una realtà quotidiana. Le maggiori preoccupazioni, per alcune comunità, riguardando l’innalzamento del livello del mare.

Infine, secondo alcuni esperti l’ansia climatica si esprimerebbe in modo differente a seconda dell’area del mondo in cui si vive. I giovani inglesi, ad esempio, si sentirebbero impauriti per il loro futuro e colpevoli per il proprio ruolo; mentre i coetanei in Africa sentirebbero più rabbia e un senso di ingiustizia.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Il messaggio dell’attivista indiana Shiva che fa riflettere il mondo

Gestione cookie