La città di Assisi ha aderito alla Rete dei Comuni Rifiuti Zero. L’annuncio del Presidente Zero Waste Europe e Goldman Environmental Prize, Rossano Ercolini.
L’attuale sindaca del Comune di Assisi, Stefania Proietti lo aveva promesso ed ora il Comune Patrimonio UNESCO e città di San Francesco è parte integrante dei Comuni Rifiuti Zero italiani, una lista che nonostante la crisi sanitaria continua a crescere contando oggi 321 comuni aderenti al “protocollo rifiuti zero”. Oltre ad Assisi, troviamo tra i comuni aderenti anche Modena, Viareggio, Siracusa, Parma, Treviso.
L’applicazione su scala comunale del protocollo Rifiuti Zero nasce nel 2007 quando il Comune di Capannori, in Toscana, sigla la prima delibera italiana a dare un indirizzo specifico ed innovativo circa la questione della gestione dei rifiuti. La nuova strada indicata e da perseguire punta all’obiettivo dato dalla “strategia Rifiuti Zero” anche detta “dei 10 passi” e lanciata dal prof. Paul Connect, scienziato statunitense professore di chimica e tossicologia St. Lawrence University ed attivista ambientale.
Da allora Capannori, centro di poco più di 45mila abitanti nella provincia di Lucca, diventa un punto di riferimento nel panorama internazionale e nazionale per la gestione dei rifiuti e per l’attuazione di buone pratiche ambientali. La comunità di Capannori è infatti tutt’ora protagonista di una rivoluzione culturale che è partita con l’introduzione del sistema di raccolta “porta a porta” e che si sta evolvendo nell’economia circolare, ossia un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo.
Il maestro elementare che da 40 anni si occupa di rifiuti
Uno dei protagonisti di questo movimento è di certo Rossano Ercolini, maestro di scuola elementare divenuto uno dei cardini della nuova visione ecologica promossa da Zero Waste; una visione che punta già dal 2007 agli oggi famosi obiettivi di transizione ecologica e trasformazione del sistema di gestione dei rifiuti da un modello “lineare“, basato sulla discarica e l’incenerimento, ad un sistema “circolare” nel quale cioè il rifiuto non è più visto e trattato come tale, ma rappresenta invece una preziosa “materia post- consumo” e risorsa da reimmettere nel ciclo.
Oggi Ercolini è tra i principali fondatori della Rete Nazionale Rifiuti Zero, autore di diversi libri, dirige il Centro di Ricerca Rifiuti Zero, ed è presidente dell’organizzazione internazionale Zero Waste Europe e di Zero Waste Italy. Ha tenuto in questi anni conferenze in molti Paesi tra i quali Cina, Francia, Slovenia, Spagna, Romania e Svizzera, Filippine, Brasile e per questo suo costante impegno di divulgazione delle innovative pratiche Zero Waste ha ricevuto nel 2013 a San Francisco il Goldman Environmental Prize (Nobel alternativo per l’ambiente) e nel 2015 il “Premio Nazionale Paolo Borsellino” per il suo impegno civile.
La strada intrapresa dalle comunità Rifiuti Zero
Dopo l’adesione del primo comune nel 2007 una tappa importante per questo movimento, che si autodefinisce come “una rivoluzione nata dal basso“, avviene nel 2019 con l’iniziativa “L’Italia delle trecento comunità Rifiuti Zero” un momento che segna il raggiungimento dei 300 comuni italiani aderenti alla delibera Rifiuti Zero, per un totale di oltre 7 milioni di abitanti coinvolti in Italia.
L’evento ha riunito in tre giorni di appuntamenti, dibattiti e confronti gli stessi amministratori in rappresentanza delle loro comunità insieme ad esperti, volontari e referenti della rete Zero Waste con interventi tra gli altri di Luca Menesini, sindaco di Capannori, gli stessi Ercolini e Paul Connett, tra i padri fondatori dei “Rifiuti Zero”, Francesco Raspini, assessore all’ambiente del Comune di Lucca, Enzo Favoino, ricercatore tra i massimi esperti “Rifiuti Zero”, Esra Tat di Zero Waste Europe e Paolo Contò del consorzio Contarina di Treviso, considerato un vero modello virtuoso italiano.
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Tra progetti lanciati negli anni da Zero Waste Italy l’istituzione di un Centro Nazionale di Ricerca per lo studio e la riduzione a monte dei rifiuti prodotti ed anche il focus sui centri di riuso con la redazione de “la mappa italiana dei centri di riuso“, i progetti “Famiglie Rifiuti Zero“, la vetrina dei “prodotti rifiuti zero“.
In questi anni segnati dal Covid-19 sono state lanciate anche proposte per affrontare uno degli aspetti più impattanti a livello ambientale della pandemia, il proliferare dell’inquinamento dovuto ai dispositivi di sicurezza come mascherine e guanti, con il lancio di mascherine riutilizzabili certificate.
Assisi: un simbolo a livello internazionale
A pochi giorni dalla celebrazione della Giornata Mondiale per la Custodia del Creato, arriva quindi l’adesione di Assisi, la città umbra nota per essere il luogo in cui vissero i santi patroni d’Italia San Francesco e Santa Chiara.
Lo stesso Ercolini ha così commentato sui social:
“Il comune di Assisi aderisce a Rifiuti Zero e lo fa anticipando l’obiettivo del 2027 al 2024 potendo contare su una percentuale di raccolta differenziata che supera già il 70%. L’adesione di Assisi non solo assume un valore significativo a livello italiano ma anche a livello internazionale visto che questa cittadina rappresenta una delle capitali mondiali del cristianesimo e di tutta la spiritualità ecumenica.” – ed aggiunge –
“Viene da dire che anche il progetto Zero Waste rappresenta a suo modo un obiettivo ecumenico visto che si batte per un’uscita dall’inciviltà dell’usa e getta e ad una rinaturalizzazione della nostra cultura da basare più sui valori che sui possessi.”
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