Le azioni dell’uomo stanno lasciando un’impronta molto forte sulla Terra. Non siamo ancora riusciti a capire che, di questo passo, la distruggeremo…ecco come.
Lo ripetiamo ormai da tempo: le azioni dell’uomo sono per lo più negative per il pianeta. Purtroppo le attività umane hanno letteralmente sfruttato la Terra, privandola di moltissime risorse e cambiandola significativamente.
Ce ne stiamo rendendo conto solo adesso, eppure non facciamo ancora abbastanza per evitare che ciò avvenga. Con le nostre mani stiamo distruggendo la nostra stessa casa, dunque saremo noi i responsabili della nostra rovina se non riusciamo a invertire la rotta sin da subito.
Interi ecosistemi sono stati danneggiati, con conseguenze non solo sulle varie tipologie di ambiente ma anche sulla flora e fauna che vi abitano. L’utilizzo massiccio dei terreni per favorire la produzione intensiva di beni o per accelerare la costruzione di edifici ha portato a una deforestazione sempre crescente, anche in aree fondamentali per la salute del pianeta.
Per non parlare di ciò che gettiamo nell’ambiente: l’inquinamento è aumentato esponenzialmente negli anni e va di pari passo con il diffondersi di uno stile di vita sempre più consumistico, dove la priorità non è il rispetto della natura ma il suo sfruttamento.
Ma quali sono le azioni dell’uomo che hanno avuto il maggiore impatto, cambiando il mondo in negativo? Vediamole insieme.
Combustibili fossili
Qual è l’impronta dell’uomo sul mondo? Lo possiamo dedurre a partire dallo sviluppo dell’economia nel tempo: la rivoluzione industriale ha portato allo sfruttamento sempre maggiore dei combustibili fossili (carbon fossile, petrolio, gas naturale).
Già nel 1960, le emissioni antropiche di carbonio erano triplicate rispetto al periodo pre-industriale. Il 70% di tali emissioni sono dovute, appunto, allo sfruttamento dei combustibili fossili; mentre il 30% è dovuto ai processi di trasformazione del suolo, altro elemento da approfondire.
Trasformazione del suolo
Arriviamo dunque alla questione che determina la deforestazione e, pertanto, la perdita di enormi aree che sono veri e propri “polmoni verdi” del mondo. La trasformazione del suolo, infatti, è un’azione che l’uomo svolge da sempre per adattare l’ambiente alle proprie esigenze.
Dalla realizzazione di campi per le coltivazioni, al disboscamento per fare spazio agli allevamenti, fino alla creazione di aree industriali e alla sempre più ampia urbanizzazione. Andando a modificare interi ecosistemi, l’uomo rallenta anche la loro capacità di assorbire il carbonio perché elimina le aree verdi: foreste e boschi in primis, ma ormai anche praterie e savane.
Inquinamento
Per non parlare di tutto ciò che immettiamo intenzionalmente nell’ambiente. Ogni giorno generiamo una quantità di rifiuti inimmaginabile, che vanno a finire inevitabilmente in natura.
Da una parte c’è la nostra non-educazione al corretto riciclo dei rifiuti (lo possiamo notare anche solo dal numero di cartacce che vengono gettate a terra), dall’altra un sistema di smaltimento che evidentemente non funziona come dovrebbe. Di conseguenza, soprattutto i mari sono sempre più inquinati e a farne le spese sono le specie marine: la plastica è una vera e propria piaga che provoca morte in molti ecosistemi.
Specie esotiche invasive
Se ciò non bastasse, parlando di ciò che viene immesso dall’uomo in un posto non adatto, possiamo anche menzionare le specie alloctone. Si tratta di esemplari animali o vegetali, che l’uomo inserisce in un ecosistema non loro: in questo modo, va a modificarne gli equilibri e in molti casi si incorre nel rischio che vengano danneggiati in modo significativo.
Questi sono solo alcuni esempi di come l’uomo è riuscito a cambiare il mondo, per lo più in peggio. Scegliendo anche solo un ambito in cui intervenire, si potrebbe ridurre di molto l’impronta umana sul pianeta.