Biova Project è un innovativo progetto basato sui principi dell’economia circolare. Si tratta di un’iniziativa che permette di limitare moltissimo gli sprechi alimentari. Ecco i dettagli.
Lo spreco alimentare è una situazione che avviene sempre maggiormente in tutto il mondo. A riguardo, sono stati pubblicati dei dati estremamente preoccupanti. Prendendo in considerazione solo l’Italia, si stima che quasi 2000 tonnellate di pane vengono gettate via ogni giorno. Si tratta di tutti quei prodotti che restano sugli scaffali dei negozi, invenduti.
È una situazione davvero sconcertante e assolutamente inaccettabile. Con l’obiettivo di voler risolvere questo problema in particolare, a Torino, é nata un’innovativa startup: Biova Project.
La missione è quella di riuscire a dare nuovamente valore a queste enormi quantità di scarti. Emanuela Barbano e Franco Dipietro sono i fondatori di questa meravigliosa iniziativa basata principalmente sul concetto di economia circolare.
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Tutto è nato con l’intento di ridurre drasticamente questo circolo infinito di spreco alimentare, riutilizzando gli articoli scartati in un modo completamente sostenibile.
In che modo agisce il Biova Project
Per raggiungere l’obiettivo prefissato, Biova Project agisce in maniera davvero originale. La startup ha instaurato rapporti con alcune regioni, luoghi e punti vendita. L’accordo permette loro di ritirare tutto il pane invenduto rimasto sugli scaffali dei vari negozi.
Dopodiché, lo stesso viene utilizzato per produrre una delle bevande italiane più amate: la birra. Incredibilmente, è possibile fare la birra con il pane. Si tratta di un’antica tradizione che arriva dall’Egitto. Una tecnica che, grazie al particolare sapore e al sale contenuto nel prodotto utilizzato, permette di realizzare delle birre estremamente dissetanti e dal gusto sempre diverso. Bevande alcoliche che, addirittura, possono rievocare vecchie tradizioni del luogo.
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Il pane viene adoperatore per sostituire fino al 30% di malto d’orzo, che sarebbe la materia prima impiegata per la creazione della birra. Questa, viene realizzata all’interno di laboratori già esistenti, evitando così di doverne creare di nuovi. La bibita alcolica viene distribuita attraverso le attività da cui attingono per la materia prima.
Nuova vita di grande valore per gli scarti
Ma non è finita qui! Anche gli scarti della birra si riutilizzano. Alcuni sono impiegati per realizzare dei gustosissimi snack perfetti per l’aperitivo.
Si tratta di alimenti a base di malto d’orzo a bassissimo contenuto di zuccheri, ma con abbonanti quantità di proteine, fibre e sali minerali. Uno spuntino completamente sostenibile ed anche estremamente sano, dato che non viene nemmeno fritto.
Altre tipologie di scarto invece, vengono adoperate per creare la bioplastica di cui sono fatti i diversi packaging, o le etichette dove viene specificata la provenienza di ogni materiale utilizzato per la produzione.
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Questa fantastica startup, attraverso l’approccio dell’economia circolare, è stata in grado di creare della birra artigianale utilizzando il pane invenduto delle varie attività.
L’astuzia risiede proprio nel fatto di riutilizzare gli scarti della bevanda alcolica per creare snack e packaging completamente ecologici. In questo modo, la famosa startup torinese contribuisce in maniera attiva e concreta a proteggere l’ambiente, limitando gli sprechi alimentari.
Ancora una volta, abbiamo la prova che un mondo sostenibile può esistere.