In Piemonte esiste un piccolo borgo medievale disabitato, che per anni è stato completamente dimenticato. Grazie a due architetti e alla loro associazione, sta tornando al suo antico splendore.
Si chiama Ghesc e da oltre 100 anni è rimasto abbandonato tra le montagne del Piemonte. Piccolo e dimenticato, con le sue 8 abitazioni diroccate, inghiottite dalla natura incontrastata delle Alpi.
A prendersi la responsabilità del suo ritorno in vita è l’Associazione Canova, che ha come scopo la valorizzazione del patrimonio storico architettonico locale. Insieme all’associazione, anche due architetti che ne fanno parte, hanno acquistato una delle case.
Parliamo di Maurizio Cesprini e sua moglie Paola Gardin. Con l’investimento di circa 25 mila euro, la coppia ha iniziato la ristrutturazione della loro casa. Ciò é stato possibile mantenendo intatta la tradizione e la natura del piccolo agglomerato.
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Lo stesso Presidente Mattarella ha dichiarato quanto sia importante non perdere il contatto con i nostri borghi montani. Difatti, egli desidera che ci siano politiche attive affinché si possano ripopolare e riportare alla vita questi splendidi luoghi storici.
Il borgo medievale di Ghesc e le attività che vi si possono svolgere
Dal 2010 l’associazione Canova ha messo su una serie di collaborazioni con il mondo universitario. Ne sono nati dei laboratori a cielo aperto e un centro culturale che ogni anno danno voce a diverse manifestazioni artistiche.
Uno di questi laboratori a cielo aperto è il Workshop. Ogni anno studenti universitari che arrivano da ogni parte del mondo, prendono parte a questo seminario per studiare le tecniche di recupero architettoniche tradizionali.
In questo modo i ragazzi apprendono e il borgo, nello stesso tempo, riprende piano piano piano vita grazie ai lavori che vi vengono svolti al suo interno. Questa sorta di campi estivi sono importanti anche come esperienza all’aria aperta, in mezzo alla natura.
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Sono diverse le occasioni che in questi anni hanno visto dei piccoli borghi dimenticati riprendere vita. È un aspetto molto importante, in quanto si tratta di una grossa fetta del nostro patrimonio storico artistico, il quale non deve, in nessun modo, perdersi.
Un esempio è il piccolo paesino siciliano di Sambuca, che ha visto un ripopolamento dopo la vendita delle sue case per 1€. L’amministrazione locale aveva, infatti, lanciato questa iniziativa per evitare che il paesino morisse.
La notizia della vendita è stata trasmessa sulla CNN e sul “The Guardian“ inglese, portando un boom di telefonate e mail al comune da parte di persone da tutto il mondo interessate all’acquisto.