Nel documentario di Netflix “Breaking Boundaries”, gli scienziati ci mostrano come l’uomo è stato in grado di distruggere la biodiversità in soli 50 anni.
“Breaking boundaries” (rompere i confini), superare i limiti. E’ questo il titolo del documentario originale Netflix che, attraverso un punto di vista piuttosto inedito, mostra come stiamo letteralmente annientando il mondo attraverso le nostre azioni.
Un’analisi scientifica che mostra dati ed evidenze sullo stato del nostro pianeta. Grazie alle voci e ai volti dell’esperto di storia naturale David Attenborough e dello scienziato svedese Johan Rockström, il documentario presenta un dato tanto semplice quanto scioccante: in 50 anni l’uomo è stato in grado di distruggere la biodiversità sulla Terra.
Lo scienziato svedese parte dal presupposto che il nostro pianeta ha goduto di una “stabilità climatica senza precedenti” negli scorsi 11mila anni. Proprio questa condizione, il periodo detto Oleocene, avrebbe permesso lo sviluppo della nostra civiltà. Purtroppo, però, le azioni dell’uomo starebbero portando verso l’Antropocene: una nuova era nella quale la pressione dell’uomo sul pianeta la fa da padrona.
Sono nove sistemi che, secondo Johan Rockström, rendono stabile il nostro pianeta e sono tutti interconnessi tra loro. Ognuno ha dei limiti che il genere umano, attraverso le sue azioni e lo sfruttamento delle risorse, ha superato in molti casi provocando danni inconcepibili e arrivando a un punto di non ritorno.
Per il momento siamo in una zona sicura per strato dell’ozono, acidificazione degli oceani e acqua dolce; non sappiamo ancora quanto siamo vicini alle zone di pericolo per quanto riguarda inquinamento atmosferico e altri inquinanti, così come per le nuove entità. Ma abbiamo già superato quattro limiti: il clima, la perdita delle foreste, le sostanze nutritive e la biodiversità.
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“Sono punti di ritorno irreversibili – spiega David Attenborough nel documentario – Ormai siamo pericolosamente vicini a portare la Terra a condizioni in cui non potrà più sostenere la nostra civiltà”.
Lo scioglimento dei ghiacciai dovuto al surriscaldamento del pianeta, la deforestazione dovuta alle attività dell’uomo e agli incendi, la perdita della biodiversità sono solo alcuni dei punti evidenziati dallo scienziato svedese per mostrare come l’azione dell’uomo stia andando nella direzione sbagliata.
E’ proprio questo il punto: se non fermiamo la nostra pressione sul pianeta, provocheremo la nostra stessa distruzione. Fortunatamente, individuando i limiti dei sistemi del pianeta oltre i quali non si torna indietro, è anche possibile capire quali sono le azioni da mettere in campo per evitarne il collasso.
Secondo Johan Rockström, i prossimi 10 anni sono dunque il periodo decisivo per decidere le sorti dell’umanità della Terra. Altrimenti, potremmo davvero arrivare a un punto di non ritorno e le conseguenze sarebbero devastanti per tutti.
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Questo docufilm accompagna il pubblico a comprendere le importanti scoperte scientifiche ed i motivi per i quali non dobbiamo oltrepassare le soglie planetarie che indicano ancora un equilibrio per il nostro pianeta.
Ma sopra ogni cosa apre la mente alla scoperta di soluzioni che possiamo e dobbiamo mettere in atto da subito se vogliamo proteggere la Terra ed evitare la nostra stessa estinzione. Sarà un punto di non ritorno.
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