Si è da poco conclusa la stagione della caccia alla balena in Norvegia. Una pratica che miete ancora troppe vittime innocenti: quest’anno sono state 575 in soli 5 mesi.
La caccia alla balena in Norvegia, una pratica crudele che viene ancora praticata in molti Paesi del mondo, si chiude quest’anno con ben 575 vittime. Un numero impressionante, il più alto degli ultimi cinque anni, che suggerisce quanto questa attività sia ancora fin troppo diffusa.
Un fenomeno che, tuttavia, non trova riscontro nell’opinione né nelle abitudini alimentari della maggior parte della popolazione norvegese. E’ quanto riportato da Animal Welfare Institute (AWI), ente che si occupa di sensibilizzare la popolazione sulla sofferenza provocata agli animali dagli esseri umani.
Secondo i dati comunicati da AWI, sono state 14 le imbarcazioni che quest’anno hanno partecipato alla caccia ai cetacei. Come detto, l’enorme numero di balene catturate e uccise non avrà un impatto sull’economia locale né sulla dieta della popolazione della Norvegia.
Un sondaggio condotto dallo stesso ente, insieme alla ong NOAH e a Whale and Dolphin Conservation (WDC), ha infatti rivelato che solo il 2% dei norvegesi mangia spesso carne di balena. Tra le donne intervistate, solo l’1% si ciba spesso di carne di balena; nessuna persona sotto i 35 anni, invece, dichiara di mangiarla frequentemente.
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“Nonostante i soldi spesi per fare un programma di marketing negli ultimi 20 anni, spesso finanziati dal Governo, la popolazione norvegese non è interessata a mangiare carne di balena“, ha detto Susan Millward, direttore del programma marino ideato da AWI.
“Questo non è nient’altro che un ecocidio – così Vanessa Williams-Grey, manager alla WDC – Uccidere centinaia di balene è totalmente inaccettabile, specialmente considerando il ruolo che giocano nel nostro oceano. Le balene sono nostri alleati nella battaglia contro il cambiamento climatico“.
Il sondaggio condotto dalle associazioni, infatti, rivela anche che i cittadini sono seriamente preoccupati del modo in cui la caccia viene condotta. Ad esempio, 1 partecipante su 5 pensa che non sia accettabile che due terzi delle balene non vengono immediatamente uccise durante la cattura e quindi soffrono ulteriormente, restando attaccate all’arpione. Il 65% invece è contro il fatto che due terzi delle balene uccise siano femmine, di cui la metà risulta incinta.
Infine, il questionario ha trovato che la maggior parte dei norvegesi pensa che la caccia alla balena dovrebbe essere vietata in aree rilevanti per il turismo. In particolare, molti intervistati hanno chiesto di istituire dei santuari di cetacei – così come avviene in Groenlandia e in Islanda – per salvaguardare l’ecosistema e puntare ad un turismo più sostenibile.
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