La produzione di caffè ha un costo molto alto per il pianeta. Diventa, quindi, fondamentale trovare soluzioni alternative e più sostenibili. Da qui l’idea del caffè in provetta. Ecco di cosa si tratta.
Sapevate che per ogni tazzina di caffè si utilizzano ben 140 litri di acqua e 0,1 metri quadrati di terreno? Tutto ciò ha poi un impatto enorme sulla biodiversità e porta alla deforestazione di sempre più aree.
Il caffè, dunque, ha un costo ambientale molto alto che pesa in particolare sulla fascia equatoriale del nostro pianeta. La domanda mondiale di questo prodotto è in costante aumento, per cui sono sempre di più i territori che soffrono a causa della sua produzione.
Il cambiamento climatico, d’altronde, ha reso le piantagioni meno produttive rispetto a prima e quindi i coltivatori sono stati spinti a deforestare sempre più aree. Tra l’altro, anche i coltivatori stessi subiscono le conseguenze dello sfruttamento.
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Infatti, il prezzo della materia prima è sempre più basso, in contrasto evidente con il costo finale di una tazzina di caffè.
Per cercare di porre rimedio al costo ambientale altissimo della produzione del caffè, alcuni scienziati finlandesi si sono mossi al fine di trovare un’alternativa più sostenibile. Nasce, così, il primo prototipo di caffè in provetta.
Come sarà il caffè in provetta
Una nuova ricerca, dunque, potrebbe portare ad una rivoluzione nella produzione del caffè. Perché, quanto pensato dagli scienziati di Helsinki, ha dell’incredibile: la bevanda infatti non viene prodotta sfruttando i terreni, ma all’interno di un laboratorio grazie alla tecnologia.
La popolazione della Finlandia è tra i maggiori bevitori di caffè al mondo, con un consumo che si aggira attorno ai 10 kg a testa ogni anno. Ecco perché si sono attivati per cercare di ridurre il proprio impatto ambientale.
Ma in cosa consiste questo innovativo caffè in provetta? Il team di ricerca ha coltivato le cellule vegetali ricavate dalla pianta di caffè, ottenendo in laboratorio una bevanda molto simile al caffè: potrà quindi soddisfare la domanda di medio-bassa qualità, lasciando ai coltivatori quello di alta qualità.
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La parte agricola viene qui a mancare, perché le colture cellulari vengono realizzate in bioreattori. Inoltre, non richiedono pesticidi poiché trattate in un ambiente protetto e dunque al riparo dal rischio di contaminazioni. Inoltre, producendolo in laboratori locali si va a eliminare l’impatto del trasporto aereo.
Saranno necessari ancora almeno 4 anni per arrivare alla commercializzazione del caffè in provetta, in cui verranno fatte ricerche e condotti più test, ma l’idea di partenza è ottima.