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Attualità

Umanità in zona rossa: intervenire ora o i cambiamenti climatici saranno irreversibili

Secondo la prima parte del 6° Rapporto IPCC, ci sono conseguenze dei cambiamenti climatici che ormai sono irreversibili. E gli effetti si vedono già oggi.

Il cambiamento climatico si osserva anche dagli eventi estremi (foto: Pixabay)

Le azioni dell’uomo sulla Terra provocano sempre più danni e, in certi casi, cambiamenti per cui non si può tornare indietro. E’ ormai accertata, infatti, l’influenza degli essere umani sul clima, le cui componenti stanno cambiando a una velocità mai vista prima.

Queste sono le principali evidenze emerse nella prima parte del 6° Rapporto IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), creato dalle Agenzie delle Nazioni Unite UNEP (UN Environmental Program) e WMO (World Meteorological Organisation). I report permettono di valutare periodicamente le conoscenze sul cambiamento climatico e il suo impatto sulla Terra. A ogni parte del Rapporto IPCC contribuiscono centinaia di scienziati da tutto il mondo: nella prima sezione 234, di cui tre italiani.

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Rispetto al report stilato nel 2013, in quest’ultimo si è osservato che le emissioni dei principali gas serra da parte dell’uomo sono aumentate. La temperatura media della Terra tra il 2011 e il 2020 è stata di 1.9°C maggiore rispetto a quella registrata nel periodo 1850-1900; il riscaldamento è stato più alto per le terre emerse, rispetto agli oceani. Anche il livello del mare è aumentato a causa del cambiamento climatico, di circa 20 centimetri, tra il 1900 e il 2020. L’osservazione sconcertante è che il cambiamento del clima è stato causato per lo più dalle emissioni di gas serra derivate dalle attività dell’uomo.

E’ osservando l’atmosfera, gli oceani e i ghiacci che si conferma un cambiamento avvenuto così velocemente come mai prima d’ora. Secondo i dati del report, infatti, oggi la concentrazione dei principali gas serra è la più elevata degli ultimi 800mila anni. Inoltre, negli ultimi 50 anni la temperatura della Terra è cresciuta come mai negli ultimi 2000 anni. Negli ultimi 10 anni, i ghiacci dell’Artico durante l’estate hanno raggiunto il minimo di estensione degli ultimi 1000 anni. Nello stesso periodo, la riduzione dei ghiacci a livello globale non aveva precedenti negli ultimi 2000 anni.

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Gli effetti della pandemia sul clima

L’attività dell’uomo ha effetti drammatici (foto: Pixabay)

Il periodo della pandemia di Covid-19 ha portato una riduzione significativa delle emissioni di gas serra e di inquinanti atmosferici, grazie ai vari lockdown che hanno fermato il mondo per interi mesi. Questo ha provocato un miglioramento della qualità dell’aria, seppur temporaneo, a livello globale con una riduzione del 7% delle emissioni di CO2 – mai avvenuta nei decenni passati.

Tuttavia, la temperatura del pianeta non ne ha beneficiato. Per avere effetti significativi e ridurre il cambiamento climatico, infatti, è necessaria una riduzione della concentrazione di CO2 e dei gas serra molto prolungata nel tempo.

Possibili scenari futuri

Il Rapporto IPCC ha ipotizzato alcuni scenari futuri in cui la portata dell’azione dell’uomo sarà fondamentale per determinare le sorti del pianeta. Il riscaldamento globale porterà sicuramente alla crescita di fenomeni già presenti oggi: ondate di calore, forti precipitazioni, siccità ma anche perdita di ghiaccio marino artico, manto nevoso e permafrost.

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Purtroppo, anche nel caso “migliore” in cui si riuscisse ad avere una riduzione significativa delle emissioni di CO2 e altri gas serra, la temperatura della Terra continuerà ad aumentare almeno fino al 2050: i livelli di riscaldamento globale (+ 1,5°C e 2°C rispetto livelli del periodo pre-industriale) saranno superati entro la fine del secolo se non interverremo in modo massiccio nei prossimi decenni.

Se fossimo in grado di ridurre le emissioni globali già da oggi, è probabile che il riscaldamento globale nel 21° secolo possa rimanere al di sotto dei 2°C. Nello scenario peggiore invece, con elevati livelli di emissioni di CO2, la capacità di assorbimento degli oceani e degli ecosistemi terrestri diminuirà e non sarà più in grado di rallentare il tasso di crescita di CO2.

Il report, infine, evidenzia: “L’estrema urgenza di interventi tempestivi e sostanziali per la riduzione delle emissioni clima-alteranti

La riduzione delle emissioni di CO2 migliorerà la qualità dell’aria in alcuni anni. Gli effetti sulla temperatura della Terra saranno invece visibili solo dopo decenni.

Tania Gandola

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