Una questione che per molti risulterebbe scontata è invece finita nelle mani di un tribunale. Al termine della battaglia legale, il Canada riconosce finalmente uno dei diritti fondamentali dell’uomo ad una comunità dimenticata.
Il Canada è un paese famoso anche per essere la sua elevatissima quantità di laghi. Si stima che siano circa 30 mila quelli con una grandezza che si aggira intorno ai 4 km. Mentre quelli più piccoli, sono talmente tanti che è quasi impossibile conoscerne il numero con esattezza.
Nonostante la grande abbondanza di acqua dolce presente nel territorio, fino a non molto tempo fa, il diritto all’acqua potabile non era concesso a tutti i cittadini del Paese. Per la precisione, 51 territori avevo l’assoluto divieto di poter usufruire dell’acqua corrente che arrivava dai rubinetti.
Questo perché, purtroppo, quella che arrivava direttamente nelle abitazioni non era considerata potabile. A causa dell’inquinamento da rifiuti industriali oppure, della contaminazione di diversi parassiti.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>>> Acqua in bottiglia o del rubinetto? La scelta è determinante
Le comunità canadesi lottano per un diritto fondamentale
Le comunità indigene residenti in Canada sono state toccate da vicino dalla questione che riguarda l’assoluta mancanza di acqua potabile, una situazione che si protrae dagli anni 90.
Per questa ragione, i leader indigeni hanno preso la decisione di ribellarsi facendo causa al governo canadese. Li hanno accusati di non aver cercato in nessun modo di fornire acqua pulita nei territori più remoti.
LEGGI ANCHE >>> Giornata Mondiale dei Popoli Indigeni: le voci fondamentali per salvare il Pianeta
I risvolti positivi della battaglia
Nel 2015 ci fu un risvolto positivo. Grazie all’intervento di Justin Trudeau allora candidato ed oggi Primo Ministro del Canada, arrivò l’acqua potabile in circa 70 comunità indigene. Tuttavia, ancora 32 territori ne restano sprovvisti.
Per questo motivo, le comunità dimenticate a cui da troppo tempo viene negato uno dei diritti fondamentali dell’uomo, hanno deciso di ribellarsi. Emily Whetung il capo della rivolta indigena, durante un intervista giornalistica ha affermato: “Il danno emotivo e spirituale di non avere acqua pulita, dover guardare tutta l’acqua che ci circonda ogni giorno e non poterla usare, è quasi non quantificabile”
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE>>> Uno smartphone nelle mani degli indigeni potrebbe salvarci | Lo studio
Vinta la battaglia legale contro il governo
La battaglia legale è orai quasi al termine, sono pochi i dettagli rimasti da dover perfezionare. È stato perfezionato un piano d’azione che prevede lo stanziamento di 1 miliardo di dollari canadesi a favore delle popolazioni indigene.
Inoltre, il governo ha anche concesso un fondo da quasi 500 milioni di dollari canadesi per risarcire i danni morali causati. Altri 400 milioni l’anno per assicurare l’installazione di impianti di depurazione e il completo accesso all’acqua potabile.
LEGGI ANCHE >>> Idee per riutilizzare l’acqua piovana e risparmiare risorse e denaro!