La cantina che produce lo sherry Tio Pepe ha un’usanza davvero singolare: ecco perché ogni giorno viene offerto ai topolini un bicchierino!
Ci sono gesti semplici che fanno bene al cuore. Non serve fare grandi cose per aiutare gli animali, ma a volte basta solo un po’ di attenzione in più e fantasia per portare loro un momento di felicità.
Lo sa bene Tio Pepe, notissimo marchio di sherry spagnolo che ogni anno attira nel paesino di Jerez de la Frontera un numero immenso di turisti amanti del vino. Poco più di 211.500 abitanti, situato in Andalusia in provincia di Cadice, ha una storia che si lega indissolubilmente al vino.
Lo sherry di Tio Pepe viene prodotto dal vitigno palomino ed è parte dell’azienda storica Gonzales-Byass. Nel 1835 Manuel Gonzales, giovane banchiere di Cadice, ebbe l’idea di iniziare un business nel settore dei vini e in particolare con lo sherry.
Non aveva però sufficienti conoscenze in quell’ambito, così chiese a suo zio (Tio Pepe) di aiutarlo a far partire l’azienda. Negli anni successivi, lo sherry di Tio Pepe si diffuse dapprima nel Regno Unito e poi nel mondo.
Oggi esporta in ben 114 Paesi, producendo 12 milioni di bottiglie di cui 8 sono le celebri “Tio Pepe Fino“.
Ma questa azienda è nota anche per una leggenda molto curiosa, che lega la storia della Tio Pepe Cellar a quella…dei topolini “brilli”!
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I topolini “brilli”
La Tio Pepe Cellar è una delle cantine più famose dell’azienda di Jerez. Proprio qui, infatti, inizia la storia dello “Sherry Drinking Mouse“, che coinvolge appunto i topolini che frequentavano il luogo.
Secondo la leggenda, uno degli operai che lavorava in quella cantina della Gonzales-Byass aveva particolarmente a cuore i roditori che ogni tanto si introducevano nel locale. Così, al posto di scacciarli come avrebbe fatto qualsiasi persona a cui i topi non sono graditi, decise di offrire loro un po’ di sherry.
Un giorno d’estate, infatti, l’operaio stava pranzando con un bicchiere di Tio Pepe e dopo il pasto decise di fare una siesta. Venne, però, svegliato poco dopo da un suono: si trattava di un topolino che, attirato dall’odore dello sherry, aveva deciso di assaggiarne un po’.
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Vedendo che il roditore apprezzava il vino, l’operaio decise quindi di costruire una scaletta che dal terreno conduceva a un bicchiere pieno di sherry posto fuori dal locale. In questo modo, i topolini che lo desideravano, potevano saziarsi indisturbati senza dover entrare nella cantina. E questa usanza prosegue ancora oggi!
In realtà, c’è anche chi dice che questo metodo venne utilizzato per far sì che nelle cantine non vi fosse un’invasione di roditori. A noi, però, piace decisamente di più la prima versione.