La nostra alimentazione è fondamentale per ridurre l’impatto sul pianeta. Ecco quali sono i cibi meno sostenibili, a cui dobbiamo fare attenzione perché il nostro piatto non “pesi” sulla Terra.
Sempre più spesso tutti noi facciamo attenzione a ciò che mangiamo. Chi per dieta, chi per mantenere il proprio benessere e chi per questioni etiche. Ad ogni modo, basti sapere che le nostre scelte alimentari sono molto importanti per stabilire anche la nostra impronta ecologica.
Non è una novità, infatti, che ciò che ritroviamo nel piatto ha avuto e avrà un peso per il pianeta su cui viviamo. A partire dalla sua produzione, dal luogo ai metodi impiegati, fino al modo in cui viene confezionato per essere messo sul mercato e infine smaltito (soprattutto se diventa uno scarto).
Insomma, ogni alimento ha un diverso valore in termini di sostenibilità e quindi può giovare alla Terra oppure danneggiarla. Ecco perché decidere cosa mangiare ci rende più responsabili e coscienti del nostro impatto sull’ambiente.
Ma quali sono i cibi meno sostenibili? Non è facile stilare una classifica, soprattutto perché al giorno d’oggi abbiamo a disposizione tantissimi prodotti (in particolare se siamo soliti andare a fare la spesa in un supermercato) tra cui scegliere. Cerchiamo quindi di fare un po’ di chiarezza su questo tema, presentandovi 5 alimenti che impattano in modo negativo sull’ambiente.
In generale possiamo affermare che i cibi meno sostenibili sono quelli che, anzitutto, sfruttano un’ingente quantità di risorse: pensiamo ad esempio ai prodotti che vengono processati più volte industrialmente.
Ancora, quelli che durante la loro produzione emettono CO2 e hanno imballaggi non riciclabili; quelli che arrivano dall’estero (spesso molto lontano) e devono essere trasportati su un aereo; quelli che non sono di stagione; quelli che provengono da allevamenti o colture intensivi; quelli che sfruttano le popolazioni locali.
Indubbiamente, la carne è l’alimento che tocca la maggior parte dei punti precedentemente elencati. Gli allevamenti consumano enormi quantità di acqua, energia, terra e sono tra le principali cause della deforestazione. Per lo stesso motivo, anche i latticini sono poco sostenibili.
Anche il pesce non è un campione di sostenibilità. Purtroppo la pesca è diventata sempre più intensiva e molto spesso viene praticata in modo illegale, andando così a rovinare interi ecosistemi. Non solo vengono pescate specie oltre il limite consentito o che non dovrebbero finire nelle reti, ma ci sono altresì molteplici vittime “accidentali”.
Ebbene sì: anche il cioccolato, uno dei dolci più amati al mondo, è colpevole di essere poco sostenibile. Questo alimento, infatti, arriva da una pianta che cresce solo in determinate zone dell’Equatore: a causa dell’aumento sempre crescente della domanda, la sua produzione è causa della deforestazione.
Sempre più in voga sulle nostre tavole, anche la quinoa è purtroppo tra i cibi meno sostenibili. Viene coltivata nelle Ande, dunque il suo trasporto produce enormi quantità di anidride carbonica. Inoltre, sempre più terreni vengono sfruttati per coltivarla a discapito delle popolazioni locali.
Infine, un prodotto che viene sempre più richiesto: la soia. Dopo gli allevamenti, è la seconda causa di deforestazione legata all’agricoltura nel mondo. Viene usata principalmente per produrre mangimi e olio da cucina ma anche biodiesel, la sua coltivazione ha distrutto interi ecosistemi.
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