Covid, ha senso la quarantena di 5 giorni? | La risposta degli esperti

Due settimane, 10 giorni, 7 giorni, 5 giorni. Il tempo da dedicare all’isolamento per Covid vanno via via diminuendo, sopratutto con la nuova variante Omicron. Ma è la scelta giusta dal punto di vista del contagio?

Da oramai due anni a questa parte ci troviamo ad affrontare quella che per molti è stata il più grande evento storico della propria vita. Una pandemia mondiale. Il Covid-19. In futuro nei libri di storia, questo avvenimento verrà studiato nelle scuole.

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I giorni di quarantena da contatto Covid stanno variando repentinamente (foto pixabay)

Vissuto sulla propria pelle però è ben diverso. Il Covid ha portato restrizioni su tutto, la normalità che abbiamo conosciuto è stata cancellata. I bambini si sono dovuti adattare a norme di difficile comprensione, ma lo hanno fatto meglio degli adulti, diciamolo.

VacciniRichiami. Dosi booster. Si parla già di una probabile quarta dose per i soggetti fragili e gli operatori sanitari. Mascherine al chiuso, all’aperto. Quando, finalmente, le potremo togliere ci sembrerà strano vederci a pieno volto.

Quello che meno si capisce in queste ultime settimane però è la durata degli isolamenti per contatti diretti con positivi. Si cambiano le linee guida con una velocità che non da modo di metabolizzare il comportamento da adottare.

Covid, la quarantena di 5 giorni è un errore?

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Si parla di abbassare la quarantena da Covid a 5 giorni, ma basteranno per evitare il contagio (foto pixabay)

Presto la quarantena per contatto diretto con positivo Covid dovrebbe passare a 5 giorni, seguendo il modello americano. Scelta fatta sicuramente per evitare un altro blocco dell’economia, vista la velocità del contagio.

Chiedersi però se è corretto, in base agli studi fatti, è un obbligo. La risposta parrebbe negativa. La variante Omicron, che ha contagiato anche milioni di vaccinati, ha delle tempistiche di virulenza che risultano alte proprio intorno al quinto giorno.

79 studi pubblicati sulla rivista Lancet Microbe dimostrano che il picco della carica virale si ha dal terzo al sesto giorno. Rischioso far terminare dunque l’isolamento al quinto. I vaccinati seppure non andando incontro ai lati peggiori della malattia, possono essere fonte di contagio.

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I tamponi rapidi fatti in casa risultano spesso inesatti (foto Spano Tiziana Ecocultura.it)

Basta infatti un tampone negativo anche di quelli casalinghi per poter interrompere la quarantena. Metodo di controllo poco sicuro. È infatti semplice, per chi non è del mestiere, sbagliare l’utilizzo del tampone ed avere dei risultati fallati.

Il rischio in questo caso è quello di mettere di nuovo in società delle persone con una carica virale altissima che possono contagiare chi gli sta vicino. In questo modo il blocco dell’economia non verrebbe risparmiato, semmai peggiorato.

C’è da chiedersi anche come si possa pensare di difendere le persone più fragili. Come spesso capita, ci si dovrà affidare al senso civico, cosa di cui in molti sono ancora sprovvisti. Speriamo che almeno la scelta di controllo ricada su tampone molecolare.

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