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Eco-coscienza

La crema solare fa male? La verità in uno studio

Alcuni studi scientifici sottolineano come i filtri solari che contengono ossibenzone e octinoxate siano dannosi per il corpo umano ma anche per le barriere coralline.

Donna che applica la protezione solare (Foto: Adobe Stock)

In che modo l’uso di filtri solari influisce sull’ambiente?

Nel gennaio 2021 si sono mosse già le Hawaii, primo stato degli Stati Uniti a vietare l’uso di filtri solari con ossibenzone. Questi possono avere un impatto decisamente forte sull’ambiente e sulla vita marina. Pesci, tartarughe e ricci possono essere affetti da mutazioni e alterazioni nelle funzioni riproduttive.

Ovviamente nessuno può mettere in dubbio l’importanza di usare la protezione solare per evitare danni che possono arrivare dai raggi solari, per prevenire il cancro alla pelle, ma alcuni studi dell’Università della Florida rintracciano alcune componenti che mettono a rischio la vita marina delle barriere coralline.

Ma cos’è l’ossibenzone? Si tratta di un componente chimico del benzofenone che si trova in vari marchi di solari anche molto famose.

Quali danni fanno i filtri solari oxybenzone alle barriere coralline?

I ricercatori del Dipartimento di Biologia dell’Università della Florida hanno trovato concentrazioni fino a 30 volte superiori a quelle ritenute sicure per i coralli e hanno verificato che se ne sono state trovate delle parti anche nell’ambiente circostante.

La sostanza chimica è stata analizzata in laboratorio confermando come questa produce lo scolorimento delle barriere coralline andando a interrompere la crescita delle stesse e danneggiandone il DNA.

Si tratta per il corallo di un veleno che provoca delle deformazioni nelle larve dello stesso, impedendo alle stesse di spostarsi in altri luoghi per riprodursi e dunque formando delle nuove colonie. L’ossibenzone può essere molto dannoso anche quando viene diluito e arriva al mare anche attraverso gli scarichi che avvengono vicini alle coste.

Danni causati alla fauna marina da ossibenzone e octinoxate

Infografica sui danni chimici della protezione solare (www.oceanservice.noaa.gov)

I componenti chimici oxybenzone e octinoxate presenti nei filtri solari agiscono in maniera considerevole sugli organismi viventi, andando a influenzare livello ormonale e DNA animale che causa di fatto delle mutazioni.

Lo studio del National Ocean Service dice che questi producono effetti diversi in tutto l’ecosistema marino:

  • Alghe: interrompono la fotosintesi, alterano la crescita e muoiono.
  • Coralli: Producono lo sbiancamento, alterando il DNA, si accumulano nei loro tessuti e causano delle malformazioni.
  • Bivalvi: sono molluschi con due gusci, possono alterare la loro formazione soprattutto quando sono molto piccoli.
  • Ricci di mare: altera le funzioni riproduttive, colpisce il sistema immunitario e provoca delle malformazioni.
  • Pesce: riduce la fertilità, provocando alterazioni ormonali tali che i pesci maschi colpiti hanno caratteristiche poi femminili e finiscono per influenzarne la riproduzione.
  • Delfini: si accumula nei tessuti, causando problemi soprattutto nella fase di crescita.

Regolamenti delle Hawaii, un esempio per tutti

Barriera corallina (Foto: Adobe Stock)

Il lavoro degli scienziati non è stato sottovalutato anzi ha dato i suoi frutti. Le autorità sono state allertate e hanno preso delle misure già a partire del gennaio scorso:

  • Si tratta di fatto una legge pionieristica in tutto il mondo, essendo un problema ambientale che si verificherebbe in tutte le barriere coralline e banchi di corallo del globo, cambiando in peggio la vita marina.
  • Sono gli stessi produttori di prodotti con protezione solare a richiedere alle autorità di effettuare un maggior numero di studi, al fine di avere più prove scientifiche prima di entrare in produzione. Va detto però che esistono già numerose marche di filtri solari reef friendly sul mercato, senza la presenza di questo elemento chimico.
  • A causa della nuova normativa dal 1° gennaio 2021 non sarà più possibile vendere o distribuire prodotti con protezione solare che contengano i due agenti in questione: ossibenzone e octinoxate. Esistono all’incirca 3.500 linee di prodotti con questi componenti chimici che dovranno essere ora sostituiti con prodotti maggiormente sicuri per la barriera corallina.

Curare la nostra pelle e la salute è importante, ma non deve essere motivo per distruggere l’ambiente. Dovremmo tutti trasformarci in consumatori responsabili per saper scegliere in modo intelligente quello che devono essere i prodotti da usare tutti i giorni.

Laura Cabrera

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