Una crisi disastrosa sta avendo effetti più negativi della pandemia da Covid19. I dati critici di una ricerca rivelano una cruda e triste realtà. Ecco di cosa si tratta.
L’intera popolazione mondiale si trova oggi ad affrontare una delle più grandi crisi economiche dell’ultimo decennio. Uno sconvolgimento causato dall’irruzione inaspettata del Covid19, il virus pandemico che ha scatenato molti dei disagi che abbiamo vissuto e che stiamo ancora vivendo attualmente.
Una situazione, quella attuale, che tutt’ora persiste e che ogni Nazione sta tentando con tutte le sue forze, e a gran difficoltà, di superare. Tuttavia, il quadro generale non è lo stesso per tutti. Ci sono molte aree, in particolar modo quelle situate a sud del mondo, in cui il turbamento dovuto alla pandemia, sembra essere l’ultimo dei problemi.
Si tratta di zone che versano in estreme difficoltà. Qui, gli effetti devastanti dovuti alle guerre e ai cambiamenti climatici, sembrano avere la meglio addirittura su una malattia contagiosa di interesse globale.
I Paesi in cui si concentrano maggiormente questo tipo di situazioni negative, sono zone come l’Africa subsahariana, lo Yemen, la Siria o la Somalia. Luoghi, purtroppo, interessati da conflitti che continuano a mettere in ginocchio intere popolazioni.
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I risultati agghiaccianti della ricerca sulla fame nel mondo
Il Global Hunger Index (Indice Globale della Fame, il quale misura il livello di fame in oltre cento Paesi al mondo) ha rilevato il più alto tasso mai registrato, proprio nella zona del Corno d’Africa.
Il GHI misura i progressi e i fallimenti nella lotta contro la fame. Dati, questi, che vengono calcolati ogni anno e pubblicati, ad ottobre, in un report estremamente dettagliato.
Questa volta, l’esito emerso è stato davvero fallimentare. Nel 2020 il livello di denutrizione, soprattutto nei bambini, è aumentato drasticamente. Oltre 155 milioni di persone, vivono attualmente in uno stato di totale insicurezza alimentare. Una crisi disastrosa, ancora più di quella causata dalla pandemia da Covid19.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite, all’interno dell’Agenda 2030, ha definito dei traguardi ben precisi da raggiungere. Propositi per arrivare ad ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti. Secondo l’obiettivo numero 2, entro il 2030 si dovrebbe riuscire a porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile.
Tuttavia, stando ai risultati delle ricerche del GHI, si tratta di mete irraggiungibili per oltre 47 paesi. Aree, queste, che si trovano in una condizione di estrema criticità e che difficilmente arriveranno a conseguire la finalità di “Fame Zero” entro il 2030.
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Le situazioni atroci che si stanno verificando in moltissimi Paesi a causa dei conflitti e della crisi climatica, devono assolutamente farci riflettere. Eliminare la povertà, la disuguaglianza, incentivare sistemi alimentari e di sostentamento sostenibili sono tutti obiettivi imprescindibili da dover raggiungere nell’immediato.
Interventi mirati in queste aree potrebbero risolvere davvero le criticità ed eliminare la fame nel mondo. La fame alimenta le guerre e viceversa. Finché non ci sarà sicurezza alimentare per tutti, non potrà mai esserci davvero la pace in questi luoghi.
Di conseguenza, senza una tregua reale e duratura, ci sarà sempre chi soffrirà e morirà per la mancanza di sostentamenti. Investire ed affrontare i problemi alla radice, è ad oggi uno dei passi più urgenti e fondamentali da compiere.