La benzina con il piombo venne utilizzata fino alla fine del XX secolo, dopo di che venne sostituita per la sua pericolosità. Un nuovo studio rivela i danni provocati ai bambini.
Conosciuta comunemente come benzina “rossa”, la benzina con l’aggiunta di piombo tetraetile come agente antidetonante è stata utilizzata dagli anni Venti del 1900 fino agli anni 2000. L’Italia ne ha vietato il commercio nel 2001, ma l’Algeria solamente nel 2021.
La benzina con il piombo ha rivelato nel tempo la sua pericolosità: è emersa particolare preoccupazione per la sua tossicità, così dagli anni ’70 i Paesi occidentali hanno iniziato ad abbassare la concentrazione di piombo. In Italia questo passaggio è iniziato nel 1981.
Questo tipo di benzina è dunque vietato ormai da anni. Eppure, si stanno iniziando a osservare solo ora gli effetti del piombo sulla salute umana. Nel periodo in cui la benzina “rossa” era più diffusa, molti bambini hanno respirato le sostanze tossiche e riportano danni di diversa entità.
Lo ha indagato un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Pnas, condotto negli Stati Uniti sui giovani nati e cresciuti nel Paese tra il 1940 e il 1975. Secondo la ricerca, oltre la metà degli americani su cui è stata fatta l’analisi riporterebbe danni cerebrali a causa del piombo contenuto nella benzina.
Danni cerebrali nei bambini
Lo studio è stato portato avanti dalla Duke University e dalla Florida State University. I ricercatori hanno osservato i dati del National Health and Nutrition Examination Survey sui livelli di piombo nel sangue dei bambini nel periodo sopra menzionato. Dopo di che li hanno confrontati con i valori di riferimento, che per i più piccini non dovrebbero superare i 5 mcg/dL.
I risultati sono davvero sconcertanti: nel 2015, si è visto che più di 170 milioni di americani superavano la soglia limite di piombo nel sangue. Inoltre, 54 milioni di persone avevano una concentrazione oltre 15 mcg/dL e circa 4.5 milioni oltre i 30 mcg/dL. In sintesi, in tutti questi americani si sono dimostrate gravi intossicazioni da piombo.
Ma il dato peggiore riguarda le conseguenze a livello cerebrale: queste persone hanno infatti rivelato punteggi inferiori del quoziente intellettivo di almeno 3 punti, anche di 6 per i nati vicino al 1960. Gli adulti su cui si è concentrato lo studio, dunque, hanno subito un’esposizione ad alte concentrazioni di piombo quando erano piccoli.
Il metallo veniva infatti inalato sotto forma di polvere, oppure ingerito attraverso l’acqua. Oltre al minore quoziente intellettivo, il piombo può avere altre ripercussioni: perdita di memoria, deficit di attenzione, problemi motori e perdita del sonno sono solo alcune.