Grazie alle richieste di un’associazione, una diga è stata fatta saltare in aria per proteggere i pesci. Le migrazioni delle specie ittiche, infatti, sono sempre più in pericolo.
La migrazione dei pesci di acqua dolce è un problema sempre più presente, in fiumi e laghi di tutto il mondo. Si tratta di specie ittiche dimenticate, così come molto spesso lo sono le comunità che abitano nei pressi di questi bacini idrici.
Secondo il rapporto “The World’s Forgotten Fishes” firmato dal WWF e da altre 15 ong, più di un terzo dei pesci di acqua dolce rischia l’estinzione di massa a livello globale. 80 specie si sarebbero già estinte – 16 solo nel 2020 – e questo numero è sempre in crescita. In un periodo di 15 anni, infatti, potrebbero scomparire ben 6 mila specie.
Negli ultimi 50 anni, in particolare, sempre secondo il documento del WWF la popolazione dei pesci migratori è calata del 76%. E quali sono le cause di questa diminuzione così incisiva? Il report menziona il cambiamento climatico, ma anche l’inquinamento, la pesca eccessiva e poco sostenibile, l’introduzione di specie alloctone e la presenza di dighe.
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Proprio quest’ultima causa è legata a un’iniziativa europea che coinvolge alcuni Paesi del vecchio continente. In Norvegia, in particolare, nei giorni scorsi si è assistito alla distruzione di una diga per permettere ai pesci di spostarsi lungo un fiume.
Diga distrutta in Norvegia
Si tratta della diga in disuso che giaceva sul fiume Tromsa, appunto in Norvegia nel villaggio di Favang. Questa struttura era stata costruita nel 1916 ed era lunga circa 7 metri. La diga non veniva più utilizzata da oltre 50 anni, ma costituiva un ostacolo agli spostamenti delle specie ittiche.
In particolare, pesci come la bottatrice, lo scazzone siberiano, il temolo e la trota avevano difficoltà a migrare lungo il corso d’acqua per arrivare al fiume Lagen e poi al lago Mjosa. Uno speciale ecosistema danneggiato dal mancato spostamento dei pesci, che ora potrà finalmente tornare a vedere proliferare queste specie.
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La distruzione della struttura è stata possibile anche grazie alla protesta portata avanti per 5 anni dal gruppo di pesca sportiva Gudbrandsdal Sportsfiskeforening. Purtroppo, comunque, questa diga della centrale idroelettrica non è l’unica inattiva presente in Europa.
Per questo la Commissione Europea ha chiesto agli Stati membri di individuare le barriere in disuso, che potrebbero quindi essere rimosse, al fine di riportare 25 mila chilometri di fiumi a scorrere pienamente entro il 2030. Già nel 2022, si prevede di fare saltare in aria dighe in Spagna, Francia e Regno Unito.