Legambiente, Wwf, Greenpeace e Libera chiedono che i delitti ambientali non rientrino tra quelli per cui è prevista l’improcedibilità.
I reati ambientali rischiano di restare impuniti. Le associazioni ambientaliste hanno quindi rivolto un appello alla Ministra della Giustizia Marta Cartabia e al Premier Mario Draghi per chiedere “che vengano introdotti nel nostro Codice penale tra quelli di particolare gravità e complessità che richiedono tempi più lunghi per lo svolgimento delle indagini e dei processi”.
La Riforma della Giustizia, discussa in queste ultime ore alla Camera, non comprenderebbe infatti i delitti ambientali tra quelli per cui non è prevista l’improcedibilità.
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Di fatto, dunque, si rischierebbe che i disastri ambientali o i reati legati all’inquinamento o ancora al traffico illecito di rifiuti restino impuniti.
“Chiediamo al Governo di modificare il testo in discussione alla Camera per evitare che tutte le indagini e i processi già avviati grazie a quelle norme votate da un’ampia maggioranza in Parlamento vengano vergognosamente cancellate”, hanno spiegato le associazioni in una nota congiunta.
Delitti ambientali, i dati in Italia
Secondo quanto riportato nel Rapporto Ecomafia di Legambiente, con i dati raccolti dal Ministero della Giustizia, dal 2015 al 2020 le Procure italiane avrebbero avviato ben 4.636 procedimenti penali (di questi, 623 archiviati). Inoltre, sarebbero state denunciate 12.733 persone ed emesse 3.989 ordinanze di custodia cautelare.
Dati che evidenziano quanto sia necessario, secondo le associazioni ambientaliste, che i reati ambientali non rischino di finire in prescrizione e quindi di restare impuniti. Episodi gravi per cui sono già attivi migliaia di procedimenti penali e che verrebbero di fatto “cancellati con un colpo di spugna“.
“Senza la modifica al al testo presentato dal Governo, la cosiddetta riforma Cartabia – concludono le associazioni – verrà di fatto tradita qualsiasi speranza di ottenere giustizia in nome del popolo inquinato”.
I roghi nel Sud Italia
Tra i reati ambientali che potrebbero rimanere impuniti figurano anche i roghi che nei giorni scorsi hanno trasformato in inferno di fuoco la Sardegna e tutto il Sud Italia e che, secondo quanto riferito, avrebbero un’origine dolosa.
I numerosissimi incendi che hanno letteralmente devastato il Sud Italia determinando centinaia di interventi dei vigili del fuoco in ampie aree di Sicilia, Puglia, Calabria, Campania per cercare di domare le fiamme anche a ridosso delle spiagge frequentate dai turisti, potrebbero non trovare giustizia.
I delitti legati al nostro ambiente meritano dunque tutta l’attenzione necessaria anche da parte delle istituzioni affinché possano essere sempre meno diffusi e per far sì che i responsabili non rischino di finire nell’impunità.