Gli effetti dovuti alla crisi climatica si stanno manifestando ogni giorno con maggiore frequenza. Il problema ambientale riguarda inevitabilmente anche le catene montuose e questa volta a pagarne le conseguenze sono le Dolomiti.
La crisi ambientale, con il passare del tempo sta rendendo visibili ogni giorno di più, le grandi problematiche che interessano il nostro Pianeta. Le situazioni attuali sono frutto di un lungo processo di deterioramento iniziato molto tempo fa e, fino ad oggi, ampiamente ignorato. Questa volta, ad attirare l’attenzione degli studiosi, sono state le nostre catene montuose.
I problemi ambientali hanno inevitabilmente causato danni anche a queste meraviglie della natura e a pagarne il prezzo oggi sono le Dolomiti. Una catena montuosa di una bellezza ineguagliabile, iscritta nella lista dei Patrimoni naturali dell’umanità dell’Unesco dal 2009.
Le nostre amate montagne soffrono del cosiddetto “sbriciolamento cronico”. Si tratta di un processo di degradazione lento e costante che attualmente sembra irreversibile e che sta causando rischi anche per l’uomo.
Le Dolomiti si stanno gradualmente e inesorabilmente disintegrando, e secondo gli studiosi la causa è proprio il cambiamento climatico. A preoccupare gli scienziati è la frequenza con cui questi fenomeni di sgretolamento si manifestano. Lo sbriciolamento delle catene montuose è sempre esistito, il problema è che attualmente si sta verificando in modo troppo costante e ad altitudini molto più elevate.
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Perché le dolomiti si stanno sgretolando
Secondo Francesco Comiti, il professore di Gestione dei rischi naturali nelle aree montane all’Università di Bolzano, lo sgretolamento delle Dolomiti avviene a causa di due motivazioni differenti.
Il primo problema riguarda il deterioramento del terreno di alcuni dei versanti delle catene montuose. Queste sono soggette al “permafrost”, un processo che scioglie una parte del suolo, la quale dovrebbe essere congelata per tutto l’anno.
Un altro enorme problema che grava sulle condizioni delle Dolomiti, riguarda il “frost cracking“, un fenomeno che interessa l’acqua presente sui monti. A causa delle alte temperature, questa si congela e si scoglie continuamente. Quando è in forma liquida si va ad infilare all’interno delle fessure presenti nella pietra, mentre quando torna in forma solida, si espande spaccando la roccia.
Tutto questo genera lo “sbriciolamento cronico” delle montagne. Una problematica grave per l’ambiente e anche per l’essere umano. Ogni mese si verificano con una costanza disarmante episodi di sgretolamento che creano una grande preoccupazione generale.
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Una catena montuosa che crolla lentamente
Gli episodi che riguardano il crollo di alcune parti delle Dolomiti sono davvero molti. Dal 2020 questi avvenimenti si ripetono in maniera sempre più decisa e violenta. Gli ultimi crolli sono avvenuti a distanza molto ravvicinata nell’area dolomitica del Sorapiss, a San Vito di Cadore, in provincia di Belluno in Veneto.
Il primo sgretolamento c’è stato di sera, Sabato 9 Ottobre. Da un’altitudine di 2.400 metri, valanghe di detriti rocciosi sono rotolati verso valle. I residenti delle cittadine interessate sono entrati nel panico vedendo anche alcune case crollare, fortunatamente disabitate.
La mattina seguente, un altro pezzo della catena montuosa si è distaccato. Sembra non aver causato danni eccessivi o feriti. Il distaccamento ha lasciato solo una coltre di polvere bianca per le strade, sulle abitazioni e sui mezzi che si trovavano nei paesini sottostanti. Tuttavia, lo stato di allerta è elevato e a causa del crollo, è rimasta una grande fessura ben visibile all’interno delle Dolomiti.
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Attualmente la situazione è costantemente monitorata dai vigili del fuoco, che sorvegliano la zona a bordo degli elicotteri. Non solo, i geologi si preparano ad esaminare la situazione attraverso dei rilievi, per verificare l’eventualità di altri potenziali ed imminenti distaccamenti delle pareti rocciose.
Si tratta senza dubbio di un enorme e grave problema ambientale, altamente rischioso anche per l’uomo. Ora più che mai c’è bisogno di una ripartenza netta. L’aspetto ecologico e sostenibile non può più essere messo in secondo piano.
Il Pianeta ha bisogno di un cambio di rotta immediato e globale affinché episodi del genere possano essere fermati per il bene della Terra e di tutti i suoi abitanti.