Dalla foresta di Lavarone, distrutta dalla tempesta Vaia nel 2018, nasce un drago che fa da guardiano. L’impressionante scoperta che ha lasciato tutti a bocca aperta.
La natura sa sempre stupirci e regalarci spettacoli meravigliosi, soprattutto quando è in grado di creare nuova vita dalla devastazione subita da un ecosistema.
Ci sono paesaggi che tolgono il fiato, opere della natura che sembrano artificiali per quanto sono perfette, ma anche elementi provenienti dalla terra che vengono utilizzati dall’uomo per creare qualcosa di straordinario.
D’altronde, tutto parte dalla terra e tutto vi torna. Così a Lavarone, dalla foresta che nel 2018 era stata distrutta dalla tempesta Vaia, è nata un’opera d’arte in legno che ha la forma di un drago.
Era il mese di ottobre di tre anni fa quando una devastante tempesta si abbatté sull’Alpe Cimbra di Lavarone, in provincia di Trento. Una vera e propria strage di boschi: milioni di alberi, infatti, vennero rasi al suolo dalla furia del maltempo sulle montagne del Triveneto.
Ora, in quello stesso punto esiste una stupenda scultura di un drago in legno: alta ben 6 metri, si eleva dal terreno come un vero e proprio guardiano della foresta. Un modo per ricordare il terribile evento meteorologico del 2018, ma anche per valorizzare la specie di albero abbattuta dal maltempo.
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L’opera è stata realizzata dallo scultore veneto Marco Martalar. Il corpo del drago è composto interamente dagli scarti degli alberi che vennero spazzati via dalla tempesta tre anni fa. Si tratta in particolare dell’Avez del Prinzep, un abete di ben 54 metri che fu vittima del maltempo.
L’enorme drago guardiano della foresta ha richiesto oltre 3mila viti e 2mila pezzi di scarti di arbusti, con un lavoro che ha impegnato lo scultore per un mese. L’opera è alta 6 metri e lunga 7 metri, la forma speciale è stata realizzata attraverso una tecnica molto particolare: è stata posta una struttura interna in legno, su cui si è poi fissato il resto del materiale di recupero.
L’opera non avrà alcun peso sull’ambiente, anzi muterà la propria forma a seconda delle stagioni e delle intemperie fino ad arrivare a decomporsi e tornare alla terra. Il drago, quindi, rappresenta da una parte la tragedia che ha colpito il polmone verde del Triveneto tre anni fa.
Dall’altra, però, si erge come fiero guardiano della stessa foresta. Un modo, questo, per ricordarci che la nostra azione sulla natura può essere anche positiva.
In particolare, il nostro impatto può giovare all’ambiente quando interveniamo per tutelarlo e non per distruggerlo.
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