Ecodesign: perché è importante e quali sono i suoi principi

Parlare di ecodesign, ovvero il design sostenibile dal punto di vista ecologico, è sempre più importante. Ma come si fa a realizzare un oggetto seguendo questi principi?

Al giorno d’oggi è fondamentale cercare di applicare i concetti della sostenibilità in qualsiasi ambito della nostra vita quotidiana. Dal punto di vista economico, sociale ma soprattutto ambientale affinché il rispetto della natura diventi un principio fondante del nostro stile di vita.

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Ecodesign (foto Davide Cantelli/Unsplash)

Tra i settori da convertire per avere un’ottica più green, c’è anche quello del design: dalla progettazione alla decorazione delle nostre case, dei luoghi di lavoro in cui operiamo e dei locali che caratterizzano la vita pubblica.

Quello di ecodesign vi potrà sembrare un concetto nuovo, nato negli ultimi anni per far fronte alla sempre crescente crisi climatica che stiamo vivendo, invece non è così. Le sue radici sono infatti molto più antiche: si tratta di un movimento nato già intorno agli anni Venti del 1900, che voleva promuovere sin da allora un utilizzo rinnovabile delle risorse che impieghiamo per costruire gli oggetti utilizzati nel nostro quotidiano.

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L’ecodesign, secondo l’architetto e designer Richard Buckminster Fuller, poteva infatti permettere di usare in modo più responsabile i vari materiali. Negli anni questo concetto è ovviamente evoluto, si è allargato ad altre categorie e abbraccia molti aspetti: dall’arredamento fino all’abbigliamento. Vediamo insieme quali sono i suoi principi.

I principi dell’ecodesign, oggi

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Principi dell’ecodesign (foto Pexels/Artem Podrez)

Più in generale, oggi lo scopo primario dell’ecodesign è quello di realizzare prodotti sostenibili dal punto di vista ambientale. Per questo, è fondamentale promuovere un’economia circolare che riutilizzi le risorse e non le trasformi in rifiuto.

Tutti gli oggetti dovrebbero, infatti, essere costruiti a partire da materiali che non comportano una minaccia per l’ambiente (le energie rinnovabili). Inoltre, dovrebbero essere riciclabili o compostabili e sicuri, cioè non tossici per la nostra salute.

Si può parlare quindi di progettazione ecocompatibile, dove si ottimizzano non solo le risorse ma anche il proprio denaro. I prodotti sono così più efficienti, abbattono i costi, diminuiscono i rifiuti e migliorano le prestazioni ambientali.

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Per quanto riguarda la costruzione degli edifici ma anche la nostra quotidianità, un materiale che rispetta questi principi è ad esempio il bambù. Pensiamo a quanti vantaggi può dare al posto del legno tradizionale per i pavimenti, oppure al posto della plastica negli spazzolini.

Riassumendo, si possono utilizzare tre principi cardine per realizzare l’ecodesign: utilizzare quanto più possibile (se non esclusivamente) materiali sostenibili, impiegare la minore quantità di energia necessaria per la produzione, pensare a un prodotto come riciclabile o riutilizzabile quando finisce il suo ciclo di vita.

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