Le energie rinnovabili sono il simbolo di un’economia pulita, green ed economica. Tuttavia, in Italia stentano a decollare. Un problema importante, infatti, impedisce la loro completa diffusione su tutto il territorio. Scopriamo insieme quale.
E’ tempo di far sul serio con la rivoluzione verde. Ecco perché uno dei punti fondamentali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza recita: “Per raggiungere la progressiva decarbonizzazione, sono previsti interventi per incrementare significativamente l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, attraverso investimenti diretti e la semplificazione delle procedure di autorizzazione per le rinnovabili, la promozione dell’agri-voltaico e del biometano”. Questo ancor prima della guerra in Ucraina.
L’invasione russa, in qualche modo, ha messo invece il piede sull’acceleratore. Finché l’Italia importerà gas russo, non solo verrà meno alla promessa green, ma sovvenzionerà anche la guerra del Cremlino, principale entrata della Russia al momento. Tuttavia, affrancarsi dal combustile russo non è semplice.
Ci vorrebbero al momento 8 anni per tutti i paesi membri per diventare totalmente indipendenti, grazie all’uso delle energie rinnovabili. Nell’attesa che avvenga però, ci sono anche in Italia dei problemi strutturali da prendere seriamente in considerazione. Il nostro paese, infatti, ha una carenza impressionante a livello di infrastrutture ad esempio, soprattutto al Sud e nelle Isole. Così come di impianti fotovoltaici o eolici.
Come è possibile, quindi, avvicinarsi al futuro se il nostro presente arranca per gli errori sistematici del passato?
Cosa manca al momento in Italia per le energie rinnovabili
Per mettersi al passo con le direttive europee, entro il 2030 l’Italia dovrebbe accrescere del ben 63% i propri settori energetici rinnovabili. Tuttavia, l’89% dei progetti si trovano ancora ai blocchi di partenza: tardano ad arrivare le autorizzazioni necessarie per iniziare i lavori. Questo anche per tutto un vizio nostrano che stigmatizza gli impianti eolici e fotovoltaici, per via della presunta deturpazione del paesaggio. Ma anche la bellezza senza sostenibilità si inquina.
Il problema più invalidante al momento, però, resta un altro. Non c’è, infatti, un’adeguata capacità di stoccaggio. L’energia che non viene consumata immediatamente andrebbe accumulata e conservata, così come quella “prodotta” in eccesso. L’eolico ed il solare, infatti, fanno parte delle fonti di energia rinnovabili non programmabili, ovvero non è possibile sapere prima con certezza quanta continuità di flusso e di disponibilità ci sarà in una giornata.
Questo implica una programmazione dell’uomo tramite proprio lo stoccaggio per ben preservare l’energia in esubero. In questo modo, sarebbe possibile mantenere stabile la domanda quando l’offerta è calante. Senza questa condizione necessaria, l’accumulo e la crescita delle fonti green sarà completamente allo sbaraglio, perdendo così anche altre attività collaterali come il Power to Gas. Questo procedimento consente, infatti, di riutilizzare l’energia in surplus convertendola in metano ottenuto dall’idrogeno verde insieme alla CO2.