La produzione di soia sta devastando le risorse naturali del pianeta, in particolare le foreste ma non solo. Anche noi europei contribuiamo a danneggiare gli ecosistemi.
Vi siete mai chiesti qual è l’impatto di ciò che mangiate ogni giorno? E’ noto che il settore del food è uno dei più inquinanti al mondo e che genera il maggiore spreco, ma forse non sapete che interi ecosistemi vengono distrutti dalla produzione del cibo e dalle attività a essa collegate.
L’impatto è molto più esteso di ciò che pensiamo: i piatti consumati dai cittadini europei, ad esempio, provocano la devastazione di foreste, savane e praterie del Sud America. L’Europa è quindi complice della distruzione di interi ecosistemi.
Studi hanno mostrato che un cittadino europeo consuma in media circa 60 chilogrammi di soia ogni anno. Ma qual è il motivo dell’impronta ecologica così alta di tale prodotto? Pensate che la coltivazione di soia è necessaria per molti dei prodotti che quotidianamente mangiamo: carne, latte, uova, yogurt. In particolare, il 90% della soia che gli europei consumano è l’ingrediente che si cela dietro la produzione di questi alimenti.
Per produrla servono ampi terreni e quindi la deforestazione aumenta in modo significativo ogni anno, essendo la richiesta di questi prodotti sempre maggiore. Il Brasile è tra i primi produttori di soia al mondo: qui l’area necessaria per coltivare la soia è addirittura triplicata negli ultimi anni.
La perdita delle foreste è quindi fortemente dovuta alla coltivazione della soia, ormai necessaria per sostenere l’industria dell’agricoltura animale e per nutrire gli animali degli allevamenti. Così, i terreni sono sempre meno e la deforestazione aumenta esponenzialmente: oggi gli allevamenti sono responsabili dell’80% della perdita di foreste in Brasile.
Ecco perché è fondamentale prendere provvedimenti non solo nei Paesi dove la deforestazione è in atto, ma anche in quelli dove avvengono i maggiori consumi. Per quanto riguarda l’Europa, l’UE ha deciso di predisporre una legge anti deforestazione. L’obiettivo è diminuire l’impatto della produzione di cibo e di altre materie prime sulle foreste.
Il Wwf chiede che questa nuova legge sia molto severa, al fine di evitare che vengano immessi sul mercato europeo le materie prime e i prodotti derivati la cui coltivazione, raccolta o produzione ha impatti negativi sulle foreste ma anche su altri ecosistemi prioritari e sui diritti umani.
Al momento, infatti, la bozza di legge include solamente le foreste. Restano quindi escluse zone umide, savane e praterie: il rischio è che qui la coltivazione della soia possa andare avanti indisturbata e anzi aumentare, per sopperire al divieto di coltivazione nelle foreste. I Ministri europei si esprimeranno su tale documento il prossimo 17 marzo.
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