Sono sempre di più gli eventi estremi che manifestano il cambiamento climatico in corso: ecco come questi sono in grado di produrre emergenze umanitarie e crisi alimentari.
Non serve andare molto lontano per capirlo: gli eventi meteo estremi sono sempre più all’ordine del giorno e si scatenato su qualsiasi area del pianeta. Non solo quelle tradizionalmente considerate a rischio, ma anche su zone inaspettate e quindi meno pronte ad affrontare l’emergenza.
Tutti questi fenomeni dimostrano che il cambiamento climatico è ormai in corso e sta diventando sempre più difficile da gestire, infatti se non si interverrà per tempo si rischia di arrivare a un vero e proprio punto di non ritorno.
Ondate di calore o di gelo estremo, siccità, piogge torrenziali con il cedimento dei terreni, uragani e tsunami. Sembra che il mondo ci stia inviando parecchi segnali, eppure non tutti sono abbastanza attenti per accorgersene.
Oltre a produrre delle crisi umanitarie nelle aree dove si scatenano con maggiore violenza, soprattutto se si tratta di Paesi in stato di povertà, questi eventi estremi hanno un impatto anche sui sistemi alimentari.
Nel solo 2021 si sono contati ben 1500 di questi eventi al mondo: in Italia se ne è visto un incremento di oltre il 65%. Parliamo in particolare di nubifragi, alluvioni, trombe d’aria, grandinate e ondate di calore.
Il WWF ha evidenziato come questi fenomeni abbiano avuto un impatto sulle colture. Per l’Italia si vede in primis sulla frutta, diminuita del 27% e con addirittura un calo del 69% sulle pere. Di conseguenza, i prezzi potrebbero aumentare a causa della scarsità dei prodotti.
La crisi climatica, dunque, minaccia i sistemi agricoli del Paesi ricchi. Se in queste aree il problema è presente seppur limitato, nelle zone più povere del mondo si può invece arrivare a generare una vera e propria crisi alimentare.
Da inizio febbraio, in Madagascar si sono abbattuti ben 4 cicloni che hanno spazzato via interi edifici. Secondo il World Food Programme (WFP), fino a 150 mila persone sono state costrette a lasciare la propria abitazione solo dopo la prima tempesta tropicale.
Questo fenomeno meteo estremo si aggiunge così alla siccità già presente nel Paese da anni. Il rischio, ora, è quello di avere una condizione di insicurezza alimentare: colture rovinate, prezzi alle stelle e quindi difficoltà di sostentamento per la popolazione.
Se nei Paesi sviluppati ci si può sempre più preparare a questi eventi, nelle aree povere l’adattamento è un problema enorme. Per le comunità sottosviluppate, potrebbe quindi generarsi una nuova realtà dove si dovranno fronteggiare sempre più fenomeni estremi. E le ripercussioni saranno sempre peggiori, su una popolazione già fragile.
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