Esistono delle vere e proprie farfalle cannibali: una specie molto particolare, in cui recentemente è stato scoperto questo comportamento assai strano. Ecco dove sono.
Tutti noi immaginiamo le farfalle come esseri meravigliosi: bellissime, così delicate nel momento in cui si posano su un fiore. Eppure anche questi piccoli animali, così apparentemente puri e innocenti, nascondono in realtà comportamenti oscuri.
Stiamo parlando di una particolare sottofamiglia, che avrebbe come abitudine quella di cibarsi…dei propri simili vivi! Un comportamento che per molti anni è rimasto celato, ma che ora è stato scoperto da una team internazionale di ricercatori e rivelato nello studio “Kleptopharmacophagy? Milkweed butterflies scratch and imbibe from Apocynaceae‐feeding caterpillars” pubblicato sulla rivista Ecology.
La ricerca è stata guidata dall’Università di Sydney e solleva alcuni importanti quesiti che, per certi versi, metterebbero altresì in dubbio diversi punti della teoria dell’evoluzione degli insetti.
Già anni addietro erano state osservate farfalle che si nutrivano delle carcasse di insetti morti, ma questa è la prima volta in assoluto che si scopre una farfalla cibarsi di insetti vivi del loro stesso ordine. Ecco come e perché lo fanno.
Le farfalle cannibali appartengono alla sottofamiglia delle Danainae, studiate dal team di ricerca in Indonesia nel 2019. In particolare, gli scienziati hanno osservato svariati esemplari maschi che graffiavano le foglie e i bruchi (vivi e morti) della propria specie per assorbire i loro succhi.
Come riportato dai ricercatori, infatti, queste farfalle “molestano, sottomettono e poi si nutrono di bruchi vivi, morti e morenti che appartengono ad altre farfalle dell’euforbia, cioè i piccoli della loro famiglia. I bruchi sono infatti lo stadio larvale di farfalle e falene“.
Ma perché lo farebbero? I bruchi mangiano piante tossiche, assorbendo sostanze chimiche utili a difendersi dai predatori. Queste sostanze, però, sono anche quelle che aiutano i maschi delle farfalle ad “attirare” le femmine: contribuiscono infatti a produrre i feromoni che favoriscono l’accoppiamento.
Solitamente i maschi delle Danainae assumono queste sostanze chimiche con la loro dieta, ma la scoperta impressionante è che vanno a cercarle anche nei bruchi della propria specie! Si tratta di un comportamento che, secondo i ricercatori, non si adatta perfettamente alle modalità tradizionali di predazione, parassitismo o mutualismo, e quindi rappresenta una nuova sfida alla teoria evoluzionista.
I bruchi cercano di resistere a questa azione aggressiva da parte dei maschi della loro stessa specie, ma nulla possono contro queste farfalle affamate. Insomma, nonostante i colori sgargianti e le movenze raffinate, anche questi animali hanno un lato oscuro.
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