Pochi si interrogano, effettivamente, su quali cibi ci salvano realmente la vita. La chiamano alimentazione sostenibile, ma di cosa si tratta realmente?
Da sempre, alimentazione e sostenibilità hanno vissuto un rapporto di stretta correlazione e non sempre in maniera positiva. Proprio negli ultimi anni, c’è stata una sovrapproduzione alimentare che ha contribuito all’inquinamento del suolo e dell’aria.
Nello specifico, i terreni utilizzati per diversi tipi di colture non sono bombardati di pesticidi e fertilizzanti, senza considerare le ingenti emissioni di CO2 nell’aria.
Cosa fare, quindi, per creare quell’equilibrio che esisteva fino ad 80 anni fa?
Non tanto per la sua prelibatezza ma per i suoi costi, il junk food è estremamente amato in molte parti del mondo.
L’America, per esempio, fonda il suo business sull’industria del cibo spazzatura, con milioni e milioni di catene aperte che seguono tutte la stessa filiera produttiva. Il risultato? Secondo il Centers for Disease Control and Prevention circa 1 americano su 3 è obeso, portando la soglia di obesità nazionale al 38,9%.
Un’idea utile a ridurre il consumo di questi elementi così dannosi ci è data dal Messico ad esempio, che impone una tassazione altissima a tutte le bibite gasate.
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Un mito da sfatare, che in questi anni è stato al centro di molti dibattiti, è il principio secondo cui non mangiare carne possa fare bene sia all’uomo che all’ambiente (e all’animale ovviamente).
Vero, ma in parte. L’allevamento è una pratica condotta fin dai tempi del neolitico e il loro approccio nei confronti degli animali era decisamente più rispettoso del nostro.
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In tanti posti del mondo, si sta mettendo in pratica il concetto di allevamento sostenibile, un allevamento cioè che rispetti il ciclo vitale dei pascoli per tempo e qualità della vita.
Ariel Greenwood, allevatrice americana, sceglie attentamente i terreni adibiti al pascolo e non usa pesticidi chimici ovviamente. Di conseguenza, carne e latte avranno una qualità superiore.
E in Italia? Per definizione, il nostro popolo è sempre attento alla provenienza dei prodotti che consuma, sia per un discordo legato ai valori della terra che alla qualità.
Il gruppo Elior si occupa della promozione dell’alimentazione sostenibile, segnala i presidi Slow Food (aziende che producono eco – responsabilmente) e creano diete a partire da quella mediterranea.
Alla grande tavola della sostenibilità, siamo tutti invitati…a produrre bene, per mangiare meglio!
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