100 giorni senza pioggia nei mesi scorsi hanno messo in ginocchio il Nord Italia, ma soprattutto il Po un fiume ormai agonizzante da tempo. E la situazione col caldo non può che aggravarsi ulteriormente: la poca acqua rimasta, infatti, sta diventando salata con conseguenze catastrofiche per l’agricoltura.
Non può piovere per sempre, dice “Il Corvo” e infatti ha smesso. Sì, sappiamo che una giornata di sole è molto più gradevole e gestibile, soprattutto se si va a lavoro o all’università a piedi. Tuttavia, le conseguenze di 100 giorni senza pioggia non tardano ad arrivare.
A marzo infatti il fiume più importante d’Italia contava le riserve idriche dimezzate – in pieno inverno – e pesci in agonia nelle anse. Ma non solo. Anche il comparto agricolo lamentava danni per un miliardo. Si tratta, insomma, di una situazione abbastanza grave con la siccità del Delta del Po ai minimi storici.
I 100 giorni senza pioggia nei mesi scorsi hanno messo in ginocchio in generale tutto il Nord Italia, ma soprattutto il Po un fiume ormai agonizzante ed in crisi da tempo. E la situazione col caldo non può che aggravarsi ulteriormente: la poca acqua rimasta, infatti, sta diventando salata con conseguenze catastrofiche per l’agricoltura. Ma andiamo con ordine.
Un fiume dal prezzo salatissimo
L’Osservatorio ANBI Risorse Idriche non ha dubbi: il Delta del Po sta diventando sempre più salato. A causa della risalita del cuneo salino delle acqua del fiume però, anche l’agricoltura è a rischio. Proprio per questo, infatti, è stata sospesa, in via precauzionale, l’irrigazione di alcuni campi di Porto Tolle ed Ariano, nel Polesine rodigino, per preservare le colture.
Il Presidente dell’ANBI, Francesco Vincenzi, ha spiegato però che ancora la situazione altamente critica è solo all’inizio. Se il Po continuerà a rimanere così salato, infatti, nel giro di una settimana anche le prime falde d’acqua potabile del polesano saranno contaminate.
Ma anche gli altri corsi d’acqua di tutto il Veneto, ad eccezione del Bacchiglione, registrano una siccità record ed inusuale a dimostrazione del fatto che tutta l’area attorno alla pianura padana risente del malessere del Po. Ma perché? Massimo Gargano, Direttore Generale dell’ANBI ha spiegato cosa di nasconde dietro un fiume così secco e salato.
In breve, i cambiamenti climatici, insieme ad una smisurata attività e presenza umana, hanno fatto si che, nel corso degli anni, si abbassassero i livelli dell’acqua al punto da rendere quasi irreversibile ogni tentativo di ricompensazione naturale. In altre parole, la troppa acqua prelevata o prosciugata non ha il modo, né il tempo, di ritornare ai suoi livelli naturali.