Una delle malattie più strazianti di sempre potrebbe essere combattuta consumando frutta, come dimostrato da una nuova ricerca sull’Alzheimer. Ma vediamo insieme quale frutto comprare.
Che la frutta abbia immensi vantaggi sulla nostra salute è ormai un concetto sdoganato, nonché scontato. Eppure, non saranno mai troppe le cose che si possono scoprire se si fa attenzione, come ha dimostrato l’Università di Cincinnati. Il college, infatti, ha indagato i benefici di un frutto in particolare che ridurrebbe il rischio di sviluppare l’Alzheimer durante la vecchiaia.
Ma non solo. Consumandolo quotidianamente, le persone di mezza età potrebbero anche allontanare in futuro tutti quei sintomi tipici della demenza che colpisce la maggior parte degli anziani. Il morbo di Alzheimer è una delle malattie più strazianti di sempre, piano piano infatti chi ne è affetto perde la memoria ed altre abilità che a lungo andare possono diventare invalidanti per la vita quotidiana.
Il 50-80% dei casi di demenza che si registrano in Italia sono legati proprio all’Alzheimer, si tratta di una percentuale davvero elevata, anche se non rappresenta una conseguenza fisiologica dell’invecchiamento. La maggior parte delle persone comincia ad avvertire i primi sintomi dai 65 anni in su, eppure – anche se in minima parte – il 5 per cento delle persone malate ha sviluppato un’insorgenza precoce del morbo intorno addirittura ai cinquanta o ai sessant’anni.
Tuttavia, l’Alzheimer potrebbe essere combattuto mangiando ogni giorno un frutto in particolare. Vediamo insieme quale.
Mangiare mirtilli ogni giorno, secondo uno studio preliminare condotto dall’Università di Cincinnati, potrebbe diminuire il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer. I mirtilli, infatti, hanno alti livelli di antociani – coloranti naturali – che, oltre a migliorare il nostro metabolismo, favorisco una produzione maggiore di energia nel nostro organismo. In altre parole, insomma, le bacche blu mantengono più “vivo” il nostro corpo.
L’indagine dell’Università di Cincinnati, infatti, ha preso a campione 33 pazienti tra i 50 e 65 anni – l’età critica – in sovrappeso, pre-diabete e con alcuni cali di memoria per 3 mesi. I pazienti, durante tutto quel periodo, hanno consumato solo ogni giorno una bustina di integratori di mirtilli da assumere o a colazione o a cena.
Tutti i pazienti hanno dimostrato di aver migliorato non solo la proprio memoria, ma anche le capacità di apprendimento. Ma non solo. Grazie ai mirtilli, i partecipanti hanno beneficiato di un ridotto stress ossidativo che, se tenuto sotto controllo, può diminuire la sensazione di affaticamento, nonché la perdita di memoria.
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