Un violento tifone si è abbattuto sulle Filippine: un vento di 195 chilometri all’ora con raffiche fino a 270 chilometri orari, per ora sono oltre 370 le vittime e più di 500 i feriti.
Sono giorni carichi di tensione e immensa tristezza, a causa del tifone Rai che ha devastato le Filippine. Dallo scorso giovedì non si arrestano le ricerche dei dispersi, ancora una cinquantina, e purtroppo aumenta il bilancio delle vittime.
Quello che si è abbattuto sul Paese asiatico è stato il tifone peggiore dell’anno: scene apocalittiche di isolati rasi al suolo, strutture completamente distrutte dalla furia del vento e una disperazione che ha attanagliato la popolazione.
Il tifone ha colpito soprattutto le regioni centrali delle Filippine, con venti di 195 km orari e picchi di ben 270 km orari. Al momento ci sono villaggi ancora irraggiungibili e senza possibilità di comunicazione con l’esterno, non hanno cibo né acqua o corrente elettrica.
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Le vittime, per il momento, sarebbero 375: un numero che potrebbe però aumentare ancora nelle prossime ore. Oltre 500 sono invece i feriti. La maggior parte delle persone decedute sono state colpite da alberi caduti o da lamiere, annegate o sepolte vive sotto gli smottamenti. Sono oltre 200, poi, le persone rimaste ferite dalla furia del tifone.
La furia dell’uragano
Arlene Bag-ao, governatore delle isole della provincia di Dinagat, ha riferito alla Associated Press che la ferocia di Rai in quella zona, popolata da oltre 130mila abitanti, è stata peggiore di quella del tifone Haiyan. Quest’ultimo è stato uno dei più potenti e mortali mai registrati, ha infatti devastato le Filippine centrali nel novembre 2013.
“Stavolta c’era come un enorme mostro che si è schiantato ovunque, su qualsiasi cosa, come alberi e tetti di lamiera, e poi li ha scagliati lontano. Il vento ha turbinato da nord a sud, a est a ovest ripetutamente per sei ore“.
Così come molte altre province colpite, Dinagat è rimasta senza elettricità e comunicazioni. I tetti delle case e degli edifici sono stati sradicati, la popolazione ha bisogno di materiali da costruzione ma soprattutto cibo e acqua. Bag-ao e altri funzionari hanno cercato segnali cellulari per chiamare i soccorsi e coordinare con il governo nazionale gli aiuti necessari.
Papa Francesco, nell’Angelus della scorsa domenica, ha espresso tutta la sua vicinanza alle vittime dell’uragano e all’intero popolo delle Filippine. Quest’ultimo, infatti, è a maggioranza cattolica.
Purtroppo, sappiamo bene che questi fenomeni estremi sono in aumento. Le Filippine sono uno dei Paesi più colpiti dai tifoni, che vengono appunto rafforzati dagli alti livelli di emissioni di gas serra che sono sempre più allarmanti.
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