La corsa ad un’agricoltura che sia autosufficiente e priva di materiali di scarto e inquinanti ha dato la possibilità a tanti giovani di cercare delle soluzioni che salvino il pianeta. È il caso di The Circle, che utilizza l’acquaponica per delle cultura a impatto zero sull’ambiente.
I più giovani pare siano quelli che hanno davvero capito l’importanza di fare dei passi concreti verso un futuro che veda la salvaguardia del pianeta come prima importantissima tappa. E si stanno davvero dando da fare.
Dalle serre ipertecnologiche e autosufficienti, che sfruttano i pannelli solari e l’acqua degli impianti di energia green, ai robottini che piantano i semi nel deserto. Le idee non mancano, e ci si augura che lo sforzo di questi ragazzi possa essere davvero utile.
Le culture in idroponica si stanno moltiplicando, sia in ambiente domestico che nei grandi spazi agricoli. Le risorse sono da economizzare e si sta trovando un modo per evitare che i cambiamenti climatici possano affamare gran parte della popolazione.
Sappiamo già che il rischio, infatti, con le temperature sempre più alte è quello di una carestia mai vista nella storia dell’uomo. Possibilità purtroppo veritiera e che vedrebbero soccombere piano piano prima i paesi più poveri, fino ad allargarsi a macchia d’olio.
Si chiama acquaponica e salverà il pianeta. Non è altro che l’unione tra l’idroponica e l’acquacultura. La prima altro non è che la coltivazioni di vegetali senza l’utilizzo della terra. La seconda è l’allevamento di pesci, crostacei e molluschi in vasche.
Valerio Ciotola, Simone Cofini, Lorenzo Garreffa e Thomas Marino hanno avuto una brillante intuizione e hanno creato un modo di fare agricoltura unendo questi due metodologie. Un’intuizione che sta andando benissimo.
Ma come funzione nello specifico? È molto semplice. Come riporta il loro sito, thecircle.global, l’acquaponica è una tecnica con la quale vengono accoppiati allevamento di pesci e produzione di ortaggi di qualità.
Nelle vasche di acqua dolce ci sono dei pesci che con la loro respirazione e con la loro alimentazione creano dei prodotti di scarto sotto forma di ammoniaca e scarti organici (chi ha un acquario sa bene di cosa si tratta).
I batteri presenti nei vasconi trasformano questa ammoniaca e gli scarti in nitriti e nitrati. Questi ultimi rappresentano un ottimi fertilizzante per le piante. L’acqua così arricchita va quindi, tramite un tubo, a dare sostanza alle coltivazioni.
Essendo l’acqua così ricca, la crescita dei vegetali risulta veloce e rigogliosa, senza bisogno di aggiunte chimiche di nessun genere. L’acqua che non viene assorbita alle piante torna quindi nei vasconi, in un ciclo infinito e senza spreco alcuno. Un idea davvero brillante.
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