La Giornata Mondiale delle Città ci pone di fronte tutte le sfide del prossimo futuro, offrendoci dati spiazzanti. Scopriamoli subito
Le città sono ormai il fulcro delle nostre vite: la maggior parte delle attività gira intorno ai centri urbani, dove si concentra quindi la maggior parte della produttività e dell’economia.
Per far sì che tutti noi possiamo vivere al meglio anche nei contesti cittadini, è fondamentale ripensare alle città mettendo insieme innovazione e sostenibilità. Due concetti imprescindibili, ormai, per lo sviluppo dei nuovi centri.
Non solo, le città risultano essenziali anche per valorizzare gli spazi che vengono poco o male sfruttati nei contesti cittadini.
In occasione della Giornata Mondiale delle Città promossa dall’Onu, che si celebra ogni 31 ottobre, è bene quindi ricordarsi l’impatto dei centri urbani. L’obiettivo é quello di elaborare proposte che risolvano i punti cruciali che rappresentano al momento un problema nelle città.
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Le aree urbane coprono in realtà solo il 2% del nostro pianeta, eppure ospitano il 54% della popolazione globale. Non serve fare grandi ragionamenti per comprendere l’enorme concentrazione di persone nei centri cittadini, perciò i ritmi e le dinamiche che ne caratterizzano le vite.
Secondo il Dipartimento per gli affari economici e sociali dell’Onu (UNDESA), la percentuale della popolazione mondiale che risiede in aree urbane crescerà del 66% entro il 2050: ben 2,5 miliardi di persone in più, di cui il 90% sarà concentrato in Africa e Asia.
Inoltre, le città consumano il 78% dell’energia prodotta a livello mondiale e causano il 60% delle emissioni inquinanti sulla Terra. Producono, tra l’altro, più di due terzi della ricchezza mondiale.
Nel 2018, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che il 93% dei bambini del mondo respira aria tossica ogni giorno.
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La complessità delle città di oggi è molto difficile da afferrare e gestire, così come risulta complicato scegliere un modello vincente di sviluppo. Per cercare di dare una risposta a questi quesiti, l’Istituto per gli studi di politica internazionale (ISPI) ha pubblicato uno studio che traccia le 5 dimensioni delle città del futuro.
Parliamo, dunque, di energia economica, energia cinetica (trasporto pubblico, traffico aeroportuale, accesso a internet, congestionamento urbano), energia sociale (diseguaglianza economica, disoccupazione giovanile, partecipazione femminile), energia attrattiva (apertura al business, copertura medica, livello di istruzione) ed energia ambientale (concentrazione PM 10, emissioni inquinanti, riciclo rifiuti).
Attraverso l’analisi di 10 città in espansione (tra cui Milano), Ispi è riuscito a individuare punti di forza e criticità di ciascun modello adottato dalle metropoli in base alle cinque energie. Il modello di sviluppo cui puntare, di fronte alle nuove esigenze nate dall’evidenza del cambiamento climatico, prevede in estrema sintesi, una sostenibilità economica, sociale e ambientale.
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