In occasione della Giornata Mondiale per la Custodia del Creato, fede e ambiente si uniscono. L’impegno della Chiesa per tutelare il pianeta, non solo oggi.
Il 1 settembre ricorre la Giornata Mondiale per la Custodia del Creato, introdotta dalla Conferenza Episcopale Italiana per ricordare quanto l’ambientalismo sia importante anche per la Chiesa, diffusasi poi a livello globale.
Un’iniziativa importante che non può apparire scontata neanche al giorno d’oggi, nonostante i sempre maggiori enti ed attori sociali attenti alla salute del nostro pianeta, e che racchiude un messaggio ben preciso: rispettare l’ambiente è fondamentale anche in ambito di fede e coinvolge tematiche sociali ed etniche.
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Il concetto di “salvaguardia del creato” rappresenta una presa di coscienza che è andata affermandosi nella religione cristiana nella seconda metà del 1900. La sensibilità ai temi ambientali viene affermata, infatti, nel 1983 a Vancouver dove l’assemblea del Consiglio ecumenico delle Chiese chiede che ci si impegni attivamente per un “processo conciliare di mutua dedizione a giustizia, pace e salvaguardia del creato“.
Successivamente, anche l’assemblea ecumenica europea ricorda l’importanza della sensibilizzazione dei fedeli su queste tematiche. Così, nel 1989 viene stabilita una Giornata Mondiale per la custodia del creato: la ricorrenza viene fissata per il 1 settembre di ogni anno.
Perché si celebra ogni 1 settembre
La Giornata Mondiale per la Custodia del Creato viene celebrata annualmente ogni 1 settembre. Ma perché è stata scelta proprio questa data?
La presa di coscienza sui temi ambientali da parte della Chiesa è stato un processo portato avanti dalle chiese cristiane, in particolare da quella ortodossa. Proprio quest’ultima ha proposto di festeggiare la ricorrenza il 1 settembre, giorno in cui ricorre il capodanno ortodosso.
L’idea venne portata avanti nel 1989 dall’allora patriarca di Costantinopoli, Dimitrios I, che nell’enciclica scritta per inaugurare il nuovo anno ecclesiastico lanciò l’allarme sullo stato di salute del nostro pianeta, sottolineando il ruolo fondamentale che avrebbe dovuto avere la Chiesa per contrastare il deteriorarsi dell’opera di Dio.
In Italia, la “Giornata per la Salvaguardia del Creato” viene celebrata ufficialmente dal 2006 (dal 2013 è diventata l’attuale “Giornata per la Custodia del Creato“) individuando ogni anno un tema diverso su cui focalizzare interventi e approfondimenti della giornata. Per l’occasione non ci si limita alle celebrazioni religiose, ma vengono coinvolte anche associazioni locali legate all’ambiente e le forze dell’ordine.
La richiesta dei vescovi italiani per il 2021
Quest’anno, la Conferenza Episcopale Italiana ha rivolto un appello a tutti i fedeli ma non solo. In occasione della 16^ Giornata Nazionale per la Custodia del Creato, infatti, i vescovi italiani hanno richiesto di avviare un processo che salvaguardi la Terra e i poveri.
“Occorre contrastare, presto ed efficacemente, quel degrado socio-ambientale che si intreccia con i drammatici fenomeni pandemici di questi anni”, hanno sottolineato dalla CEI. Poiché “il cambiamento climatico continua ad avanzare con danni che sono sempre più grandi e insostenibili“, aggiungono, è necessaria “una vera transizione ecologica che arrivi a modificare alcuni presupposti di fondo del nostro modello di sviluppo”.
Tra i concetti evidenziati dai vescovi italiani c’è anche il rispetto per le popolazioni che abitano il pianeta, un obiettivo che si può raggiungere abbandonando il modello di sviluppo consumistico che ci guida a livello globale con un impatto negativo in quanto “accresce ingiustizie e disuguaglianze“.
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Queste tematiche verranno affrontate, tra l’altro, nella 49a Settimana sociale dei cattolici italiani, a Taranto, dal 21 al 24 ottobre 2021: il tema sarà infatti “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro e futuro. #tuttoèconnesso”. Almeno sulla carta, dunque, appare evidente l’impegno della Chiesa per contrastare i cambiamenti climatici e cercare di migliorare la salute del pianeta.
D’altronde, anche Papa Francesco sottolinea da tempo l’importanza di una “conversione ecologica“: nel dicembre 2020, il pontefice aveva dichiarato che il Vaticano si sarebbe impegnato per azzerare le emissioni nette prima del 2050 e aveva chiesto lo sviluppo di una sostenibilità centrata sulla fraternità.