Quando si parla di caffè e dei suoi effetti sulla salute dell’uomo ci sono diverse scuole di pensiero spesso divergenti tra di loro. Tuttavia, l’ultimo studio condotto da un’università di cinese potrebbe rivelarci molto di più della bevanda più consumata dagli italiani. Il segreto sta tutto nelle giuste dosi.
Senza caffè la mattina ci sentiamo spaesati, persi e facciamo fatica a ricaricare le batterie. Insomma, si tratta di un rituale mattutino estremamente importante che ci permette di affrontare – abbastanza bene – il resto della giornata. Ma non solo.
Prendere un caffè al bar è uno dei simboli della socialità per eccellenza: si potrebbe affermare che rientra a pieno titolo tra i momenti preferiti dagli italiani in assoluto. E’, infatti, una scusa semplice ed economica per stare in compagnia e godersi qualche ora in spensieratezza. E’ indubbio, quindi, il suo beneficio sociale; ma per la nostra salute?
Sappiamo, infatti, che alcuni rischi correlati al consumo di caffè riguardano l’insorgere di tachicardia, aumento della pressione, tremori, difficoltà a dormire e, non per ultimo ansia ed ingiallimento dei denti. Insomma, quando si parla di caffè e dei suoi effetti sulla salute dell’uomo ci sono diverse scuole di pensiero spesso divergenti tra di loro. Tuttavia, l’ultimo studio condotto da un’università di cinese potrebbe rivelarci molto di più sulla bevanda più consumata dagli italiani. Il segreto sta tutto nelle giuste dosi. Ma andiamo con ordine.
Caffè, sì ma nelle giuste dosi
Secondo i ricercatori della Southern Medical University di Guangzhou, chi consuma abitualmente caffè in quantità moderate rispetto a chi, invece, non lo beve, vive molto più a lungo. Zuccherato o meno, poco cambia, basta mantenersi nel range di 1,5/3,5 tazzine al giorno. La ricerca, basata su un periodo di monitoraggio di 7 anni, ha analizzato i dati forniti dal questionario sul comportamento sanitario dello studio britannico Biobank.
E’ emerso quindi come, i partecipanti che consumavano abitualmente caffè non zuccherato avessero in media il 16-21% in meno di probabilità di morire, a differenza di chi ha risposto di non berlo affatto. Ma non finisce qui. Chi, invece, ha risposto non solo di bere caffè, ma di zuccherarlo anche, ha registrato una media del 29-31% di probabilità in meno di morire, sempre rispetto ai partecipanti che non ne consumano.
Sono doverosi, però, alcuni accorgimenti. La ricerca non ha preso in considerazione degli aspetti fondamentali per determinare uno stato ottimale di salute, come la propria condizione economica e il tipo di alimentazione seguita. Per non parlare della quantità di zucchero a tazzina che sarà sempre di meno, se comparata alle tipiche bevande zuccherate con la caffeina consumate dai partecipanti e che sono state una discriminante importante per capire quando influisca effettivamente il caffè sulla nostra aspettativa di vita.