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Lotta al glifosato: si concede un bonus a chi smette di usarlo

Bonus deciso dal Ministero dell’Agricoltura, per spingere le aziende dell’agroalimentare a evitare l’utilizzo di glifosato. Ecco come funziona.

La questione legata alla pericolosità del glifosato è tutt’ora aperta in numerosi Paesi. In Italia, ad esempio, l’utilizzo di questa sostanza è vietato nelle aree pubbliche e nei campi per accelerare la maturazione e la raccolta.

Agricoltura (foto Pixabay)

In particolare, nel nostro Paese non si può usare nelle aree frequentate dalla popolazione: parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie.

Tuttavia, ci sono Paesi come il Canada che utilizzano il glifosato in modo intensivo nella fase di pre-raccolta delle colture, con modalità che risultano vietate in Italia. Il grano e altri prodotti trattati, però, arrivano poi anche nel nostro Paese grazie all’accordo di libero scambio introdotto nel 2020 tra Unione Europea e Canada. Di conseguenza, gli effetti negativi ricadono su tutti noi.

E poi c’è la Francia, la cui popolazione pochi mesi fa è stata sconvolta da uno studio che rilevava la presenza di glifosato nel 99% dei campioni di urina analizzati (circa 7 mila). Una contaminazione che ha fatto sì che il Paese corresse ai ripari. Ecco come.

Bonus per chi non usa glifosato

Campo di grano (foto Pixabay)

Forse è stata proprio la fortissima presenza di glifosato nelle urine dei francesi a fare prendere questa decisione al Ministero dell’Agricoltura. Stiamo parlando di un bonus che verrà dato alle aziende agroalimentari che scelgono di non utilizzare più il glifosato.

Questa misura è stata denominata “sortie du glyphosate” (uscita dal glifosato) e mira, appunto, a spingere le aziende ad abbandonare l’uso di prodotti fitosanitari che contengono questa sostanza.

Si tratta, concretamente, di un credito d’imposta concesso alle imprese agricole che svolgono la loro attività principale nel settore delle colture permanenti (ad eccezione dei vivai e del ceduo a rotazione corta) o dei seminativi (esclusi i maggesi o sotto serre). Ma anche agli allevamenti che svolgono una parte significativa della loro attività in almeno uno di questi settori di produzione delle colture.

La somma decisa per favorire le aziende “virtuose” in questo senso equivale a 2.500 euro, stanziati dunque “a sostegno delle aziende agricole che si impegnano nella transizione agroecologica dei sistemi produttivi“. Per quanto riguarda le associazioni agricole miste (BCAA), la somma forfettaria di 2.500 euro viene moltiplicata per il numero dei soci del gruppo – fino ad un limite di quattro.

Insomma, una misura che dimostra la volontà del Governo francese di portare avanti la lotta al glifosato senza lasciare in difficoltà le aziende.

Tania Gandola

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