E’ la più grande banca dei semi al mondo e si trova in Norvegia. Il suo obiettivo è preservare l’approvvigionamento alimentare sulla Terra e non solo.
A causa dei cambiamenti climatici e delle azioni dell’uomo sul nostro pianeta, la biodiversità è sempre più a rischio. Per questo in Norvegia è nato lo Svalbard Global Seed Vault, un vero e proprio archivio di semi che ha lo scopo di proteggere le specie arboree e floreali in caso di catastrofi che ne possano mettere a repentaglio la salvaguardia.
Il Global Seed Vault viene gestito attraverso un accordo siglato tra il governo norvegese, il Global Crop Diversity Trust e il Nordic Genetic Resource Center, sotto l’egida del Nordic Council of Minister.
I semi si trovano all’interno di un enorme bunker nel ghiaccio, sulle isole Svalbard, che è stato inaugurato nel 2008. Qui c’è appunto la più grande varietà di sementi, provenienti da ogni angolo del pianeta, al riparo dall’estinzione.
Oltre 1 milione di semi sono presenti al momento, provenienti per lo più da Africa e Asia (mais, riso, grano, sorgo), Europa e Sud America (melanzana, lattuga, orzo, patate). Il deposito potrebbe contenerne fino a 4.5 milioni di varietà: ognuna, a sua volta, sarebbe costituita da 500 semi. Tutti vengono conservati a 130 metri di profondità, a -18 gradi. Il permafrost e la roccia molto spessa assicurano che i campioni di semi restino congelati anche se dovesse mancare la corrente al deposito.
La banca dei semi è una risorsa che non solo evita la scomparsa definitiva di tutte queste specie che caratterizzano la flora a livello mondiale, ma che permette anche di tutelare l’approvvigionamento alimentare. I semi sostengono infatti buona parte di ciò che mangiamo e beviamo, dunque sono parte fondamentale anche della nostra dieta. La salvaguardia del patrimonio agricolo è quindi collegata al nostro benessere, per questo è fondamentale conservarne per quanto possibile ogni specie presente sulla Terra.
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Lo Svalbard Global Seed Vault è il più grande magazzino di semi al mondo, ma non è fortunatamente l’unico: ce ne sarebbero ben 1.700 a livello globale. Molti Stati, infatti, hanno già il proprio deposito di sementi anche se di minori dimensioni rispetto a quello norvegese. Lo scopo della banca dei semi delle Svalbard è anche legato alla vulnerabilità di queste ultime.
Per questo, negli anni, il governo di Oslo ha accettato numerose copie di semi provenienti proprio dalle banche dei singoli Paesi che erano minacciati da disastri naturali o guerre e dunque stavano mettendo a repentaglio la biodiversità e la sicurezza dei luoghi in cui venivano custoditi i semi.
Nel 2015, però, è stata inviata per la prima volta una richiesta di prelievo allo Svalbard Global Seed Vaul. Il Centro Internazionale per la Ricerca Agricola in aree asciutte di Aleppo, in Siria, è stato infatti il primo ente a richiedere le copie dei propri semi che erano stati inviati in Norvegia a causa della guerra civile che stava (e sta tutt’ora) attanagliando il Paese.
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