Si è ormai da qualche giorno conclusa la quinta Assemblea per l’Ambiente delle Nazioni Unite (UNEA-5). Tanti sono stati i temi trattati in questo appuntamento che si svolge ogni due anni. Tra tutti c’è stata una grande e importantissima vittoria.
Ha avuto sede a Nairobi la seconda parte dell’UNEA. Uno dei suoi programmi è quello di permettere a tutti i popoli della Terra di migliorare la loro vita senza per questo compromettere quella delle generazioni che verranno.
Se non cambiamo il nostro approccio verso la natura, la nostra specie corre il rischio di conoscere nuove e, forse peggiori, pandemie. Questo era uno degli avvertimenti con cui si chiuse la prima parte della conferenza, a Febbraio dello scorso anno.
Possiamo tranquillamente dire che fu un avvertimento che ci mise non poco terrore, visto anche il periodo che avevamo e stavamo vivendo. E che ancora non abbiamo finito di vivere del tutto.
Alla fine di questa seconda parte dell’Assemblea c’è stata una grande vittoria, un riconoscimento a dir poco storico. Qualcosa che tutti sapevamo ma che non era mai stato globalmente riconosciuto.
Si tratta di traguardo storico per quanto riguarda la protezione degli animali. Anche se era ovvio che ci fosse un legame tra le due cose, non era mai stato riconosciuto prima in maniera ufficiale e globale.
Il cambiamento climatico e il benessere degli animali sono strettamente collegati. Non è un passo da poco averne avuto il riconoscimento da parte dell’Onu. Significa infatti che le nazioni dovranno collaborare perché qualcosa cambi.
Riuscire infatti a ridare una vita dignitosa agli animali del nostro pianeta è il primo passo per una risoluzione dei problemi ambientali che stanno lentamente ed inesorabilmente uccidendo il nostro pianeta. E noi lo seguiremo se non cambiamo qualcosa.
La risoluzione “Nexus between Animal Welfare, Environment and Sustainable Development“, letteralmente “Nesso fra benessere degli animali, ambiente e sviluppo sostenibile”, è nata grazie ad una proposta portata avanti da 7 stati membri.
È grazie a loro (Ghana, Senegal, BurkinaFaso, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo, Sud Sudan e Pakistan), se finalmente si potrà lavorare insieme per cambiare la situazione in cui il pianeta si trova.
Ora si tratta di dare il via ad azioni concrete che facciano davvero qualcosa per ambiente e animali. Purtroppo ci sono ancora troppi giochi di potere e interessi che remano contro ad azioni che davvero siano risolutive. Speriamo qualcosa cambi presto anche in questo.
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