Una riflessione sui conflitti nel mondo, di cui però nessuno parla. Eppure anche questi fanno altrettante vittime, diffondono altrettanto dolore, della guerra in Ucraina.
E’ trascorso ormai più di un mese dall’inizio della guerra in Ucraina. Un conflitto molto vicino a casa nostra, proprio nel cuore della moderna Europa, e che forse proprio per questo ci sta tenendo col fiato sospeso da settimane.
Tutti ci sentiamo uniti nel condannare l’invasione del Paese da parte della Russia, nel sostenere i profughi in fuga, nel donare aiuti economici o accoglienza a queste persone. Si tratta di un dramma umanitario innegabile, lo testimoniano le immagini che ci arrivano ogni giorno da chi è sul campo per riferire quanto accade o per supportare la popolazione.
Si tratta anche di una guerra dalle indiscusse ripercussioni economiche, non solo per l’Ucraina e i Paesi confinanti ma anche per l’Italia, l’Europa e l’occidente. Si tratta poi di una vera e propria “guerra valoriale“, come sostenuto da molti, che contrappone occidente e Russia.
Detto ciò, sapete quanti conflitti sono attualmente in corso nel mondo? Perché non diamo loro altrettanta attenzione, perché non siamo così aperti nell’accogliere i profughi che arrivano anche da altre parti del globo? Perché siamo invece pronti a chiedere alle barche cariche di persone, in fuga anch’esse dalla guerra, di fare marcia indietro e tornare da dove sono venute?
Secondo il sito web guerrenelmondo.it, aggiornato al 26 marzo 2022, nel mondo ci sarebbero ben 70 Stati coinvolti in guerre e 872 gruppi tra milizie-guerriglieri, separatisti-terroristi-anarchici.
In Africa sarebbero attualmente in corso scontri in 31 Stati. In questi sarebbero coinvolti 291 milizie-guerrigliere, gruppi terroristici-separatisti-anarchici. I punti caldi indicati dal portale sono: Burkina Faso (scontri tra gruppi etnici), Egitto (contro militanti dello Stato Islamico), Libia (guerra civile), Mali (esercito contro gruppi ribelli), Mozambico (ribelli). Ancora, troviamo Nigeria (militanti islamici), Repubblica Centrafricana (musulmani contro cristiani), Repubblica Democratica del Congo (ribelli), Somalia (militanti islamici), Sudan e Sud Sudan (ribelli).
In Asia sarebbero 16 gli Stati con conflitti al proprio interno, coinvolgendo 196 tra milizie-guerriglieri e gruppi terroristici-separatisti-anarchici. I punti caldi qui sono: Afghanistan (Talebani), Birmania-Myanmar (gruppi ribelli), Filippine (militanti islamici), Pakistan (militanti islamici), Thailandia (colpo di Stato dell’esercito).
In Medio Oriente, 7 Stati e 266 gruppi tra milizie-guerriglieri, terroristi-separatisti-anarchici coinvolti. Punti caldi: Iraq (Stato Islamico), Israele (militanti islamici nella Striscia di Gaza), Siria (guerra civile), Yemen (contro e tra i militanti islamici).
Nelle Americhe, 7 Stati e 35 gruppi tra cartelli della droga, milizie-guerrigliere, gruppi terroristici-separatisti-anarchici coinvolti. Punti caldi: Colombia (gruppi ribelli), Messico (gruppi del narcotraffico).
In Europa, infine, 9 Stati e 84 gruppi coinvolti tra milizie-guerriglieri e gruppi terroristici-separatisti-anarchici. I punti caldi sono: Cecenia (militanti islamici), Daghestan (militanti islamici), Ucraina, Artsakh ex Nagorno-Karabakh (esercito Azerbaijan contro esercito Armenia ed esercito del Artsakh).
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