Qual è l’impatto della Milano Fashion Week sul pianeta

La Milano Fashion Week è uno degli appuntamenti più attesi nei salotti mondani. Arrivano personaggi famosi del mondo della moda e non, insieme ad un immenso gruppo di appassionati per vivere questi momento. Ma quale impatto ha sul pianeta?

Parigi, Milano, Londra e New York. Questi sono le 4 principali città in cui si svolgono gli appuntamenti della “Fashion Week” che in questo modo diventa in pratica un mese intero di sfilate divise in queste grandi città.

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La settimana della moda ha un impatto ambientale altissimo (foto pixabay)

Le settimane della moda si svolgono due volte all’anno. La prima tra gennaio e febbraio, periodo in cui si inizialmente si presentavano le collezioni autunno/inverno, la seconda tra settembre e ottobre per quelle primavera/estate. Poi sono diventate stagionali.

Le settimane della moda sono degli appuntamenti fissi che si ripetono dall’ormai lontano 1943. Nacquero a New York con lo scopo di promuovere la moda locale andando a ridimensionare quella francese.

È importante però riflettere su quanto questi appuntamenti possano essere di peso per l’ambiente e come magari si dovrebbe cambiare per renderle più green. Ma vediamo quale è il loro impatto ambientale.

La Fashion Week e i considerevoli danni all’ambiente

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La Fashion Week di Milano e quelle delle altre città della moda hanno un impatto ambientale altissimo a causa del grande utilizzo di energia e di tutti gli sprechi collegati (foto pixabay)

Nel 2020 fu diffuso un rapporto, “Zero to Market“, che spiegava i risvolti della settimane della moda sull’ambiente. A portarla avanti fu la Ordre, una fashion tech company che gestisce degli show room virtuali per facilitare la presentazione delle collezioni di moda.

I numeri che vennero fuori furono davvero preoccupanti. 241 mila tonnellate di Co2 sono collegate ai soli spostamenti che l’azienda della moda provoca nelle settimane delle sfilate. Questo significa alte percentuali di emissioni per ogni città in cui si svolgono.

In pratica quanto tenere illuminata la torre Eiffel per 3 mila anni senza sosta. Ma se il rapporto di Ordre prende in esame i soli spostamenti collegati agli acquirenti, agli stilisti, alle modelle, fuori rimane una fetta di persone immensa.

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Ordre si interessa da qualche anno alla distribuzione della moda con l’utilizzo della tecnologia a disposizione (foto ordre.com)

Durante le settimane della moda infatti ci sono innumerevoli spostamenti anche all’interno delle stesse città per raggiungere le sfilate, non solo esterni. Senza contare i consumi di energia dovuti a catering e il resto dei servizi offerti. E i relativi rifiuti.

Sarebbe il caso di cominciare a pensare a una Fashion Week che tengano conto del pianeta e cerchi di sfruttare la tecnologia che ci viene incontro, dandoci la possibilità di vedere le sfilate, tessuti e modelli, nello specifico, anche di fronte a uno schermo.

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