Il primo istituto scolastico stampato in 3D, pensato dalla Ong Thinking Huts, vuole aiutare i bambini costretti a percorrere strade lunghe e pericolose per arrivare alla scuola più vicina.
Mai fino ad oggi si era riusciti in una tale impresa, ma grazie alla tecnologia e alla grande tenacia della Ong Thinking Huts si arriverà a realizzare la prima scuola stampata in 3D al mondo.
L’associazione no-profit ha lo scopo di aiutare tutti quei bambini e ragazzi che non hanno un facile accesso alla scuola. Nel mondo, oltre 290 milioni di studenti non possono raggiungere gli istituti a causa del sovraffollamento, delle lunghe distanze da percorrere o della mancanza di infrastrutture. In moltissimi paesi dell’Africa subsahariana o dell’Asia non ci sono abbastanza scuole per accogliere tutti i bambini, facendo sì che circa 45 milioni di studenti non abbiano accesso all’istruzione.
L’obiettivo di Thinking Huts è proprio quello di invertire la rotta, favorendo l’educazione a livello globale e quindi andando a costruire delle scuole in 3D laddove ce n’è più bisogno. A cominciare dal Madagascar, dove il prossimo autunno si inizierà a lavorare al progetto all’interno del campus universitario Ecole de Management et d’Innovation Technologique (EMIT).
Perché una scuola in 3D
La tecnologia che utilizza la stampa in 3D è efficace per molteplici ragioni ed è in grado di ridurre l’impatto della costruzione sull’ambiente. I metodi di costruzione tradizionali fanno sì che un edificio venga realizzato in mesi, se non addirittura anni.
Con la stampa 3D, invece, si può ottenere lo stesso risultato in pochi giorni e si ha anche una minore impronta ecologica. Tutto ciò permette all’associazione di pensare alla costruzione di numerose scuole in minor tempo, con una riduzione dei costi su larga scala di circa il 50%.
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Le scuole stampate in 3D avranno una forma circolare, composta da più unità, in modo tale che se ne possano aggiungere sempre di nuove all’occorrenza. L’associazione no-profit si è ispirata alla struttura dell’alveare, così da adattarsi ai bisogni della comunità. Il risultato finale sarà una scuola ibrida, composta da muri stampati in 3D e materiali da materie prime locali per la costruzione di porte, finestre e pavimenti.
In Madagascar, inoltre, un team locale della Ong promuove il coinvolgimento della popolazione e l’aiuto da parte dei partner sul territorio. Questo permetterà di insegnare alla comunità come utilizzare la stampante 3D, per replicare il processo al fine di costruire più scuole in futuro.
Altri edifici stampati con tecnologia 3D
Thinking Huts è la prima in assoluto a provare a costruire una scuola con stampa 3D, ma nel mondo ci sono altri enti che stanno sperimentando la stessa tecnologia per altre tipologie di edificio.
In America Latina, ad esempio, New Story sta costruendo case stampate in 3D per una comunità di contadini: questo è solo il primo passo per raggiungere l’obiettivo della Ong, ovvero aiutare le persone senza fissa dimora a livello globale.
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Inoltre, la compagnia Icon ha realizzato case attraverso la stampa in 3D per combattere le condizioni meteo estreme in Texas. Gli edifici sono stati costruiti ad Austin e permetteranno di affrontare eventi estremi e limitare i danni delle catastrofi naturali.
Infine, una casa in 3D è stata stampata da Tvasta in soli cinque giorni: un piccolo edificio circolare di circa 56 metri quadrati, nella città di Chennai in India, che vuole dimostrare la sostenibilità ambientale ed economica di questa tipologia di edifici.