Sicilia, Calabria, Puglia, Campania ed ancora in Sardegna. Inferno di fuoco nel sud Italia e nelle isole. Temperature oltre 40° e vento di scirocco a Catania evacuate case, e soccorsi via mare per sfuggire alle fiamme.
Il Sud Italia nella morsa del caldo e del fuoco. Prosegue ancora in queste ore il lavoro delle squadre di vigili del fuoco e protezione civile in ampie zone colpite da incendi che stanno devastando vaste aree di territorio. Moltissimi roghi che hanno reso il 30 luglio una tristissima giornata, e che continuano in queste ore portando il Presidente del Consiglio Draghi alla firma di un DPCM per la mobilitazione nazionale e l’invio di squadre di soccorso in Sicilia. Secondo un calcolo recente sul numero degli interventi delle trascorse 24 ore sono state oltre 800 le azioni dei vigili del fuoco solo per incendi boschivi. Di questi ben 250 solo in Sicilia ed oltre 130 tra Puglia e Calabria.
Da Est a Ovest: la Sicilia in fiamme
Situazione durissima a Catania e provincia ed un vasto incendio si è propagato in città provocando lo sfollamento di case. Una persona accompagnata in ospedale con evidenti segni di soffocamento e molte sono state tratte in salvo dalla Guardia di Finanza. Le fiamme sono arrivate sino alle spiagge, distrutti stabilimenti balneari e la Sezione Operativa Navale di Catania ha dovuto soccorrere in mare i residenti delle località marine colpite.
Colpita anche la costa jonica, il Siracusano. A Messina un incendio ha assediato la frazione di Camaro, le fiamme provenienti da almeno 4 fronti hanno interessato anche l’area di Catafratti.
Nel Palermitano tra Piana degli Albanesi, Altofonte, Portella della ginestra San Giuseppe Jato un impegno in massa di forestali e squadre aggiuntive di soccorritori, per spegnere da terra ed attraverso i mezzi aerei incendi devastanti che hanno portato il Presidente della Regione Siciliana ad invocare il “carcere a vita” per piromani criminali responsabili in molti casi di questi danni al momento incalcolabili.
E proprio in queste ore la situazione più preoccupante è quella di Enna. Da tre giorni un incendi devastano i boschi di Piazza Armerina e su altri fronti le fiamme sono arrivate fino alla stessa città capoluogo e minacciano ora le case e la sede dell’Università Kore che ospita la facoltà di ingegneria, la palestra e le aule di Scienze motorie. Nella notte il fuoco ha lambito anche l’Ospedale Umberto I.
Mentre in Sicilia la Protezione Civile ha dichiarato “allerta rossa” fino al 06 agosto data fino alla quale si prevede continui l’ondata di caldo ed altissime temperature che toccherà la regione.
In Calabria brucia letto del torrente, in Puglia evacuate aziende agricole del bosco Difesa Grande.
In Calabria un rogo indomabile attivo in più punti è stato alimentato per ore da un vento settentrionale che ha portato le fiamme a propagarsi verso la montagna e verso la zona della fascia jonica reggina e del Parco Nazionale d’Aspromonte.
Ed in Puglia negli scorsi giorni in fiamme per oltre 24 ore una estesa zona boschiva di Gravina. Il Sindaco della cittadina ha parlato di incendio doloso innescato in località Zingarello al margine di una area di circa 200 ettari. Le fiamme si sono insinuate all’interno del bosco Difesa Grande mettendo di nuovo a rischio il polmone verde della città dopo gli accadimenti del 2012 e nel 2017.
E per tutta la notte i vigili del fuoco e protezione civile sono stati impegnati anche in Campania in tutto il Vallo di Diano e Alburni.
Danni inestimabili in Sardegna
In Sardegna, isola messa in ginocchio la scorsa settimana dal fuoco, si sono riaccesi alcuni focolai mentre ancora si fa la conta dei danni. Almeno un miliardo di danno economico stimato oltre ad un patrimonio inestimabile di flora ormai andato insieme agli equilibri della fauna selvatica, sostanza organica dei terreni comportando anche un forte aggravamento dei rischi da alluvione.
Come possiamo contribuire anche singolarmente alla prevenzione degli incendi
Anche se per grandissima parte gli incendi sono stati considerati di natura dolosa dobbiamo assolutamente tenere bene in considerazione che sono due i fattori che determinano eventi di grandi proporzioni.
Oltre alla accensione delle fiamme bisogna tenere in considerazione i motivi della loro propagazione. E se il cambiamento climatico è un fattore ormai importante che contribuisce a peggiorare le cose dobbiamo cominciare a comprendere e ad agire sulle responsabilità dei singoli che possono incidere soprattutto sulla questione relativa alla propagazione dei roghi.
Mentre la legge italiana è all’avanguardia nei sistemi antincendio in ambito lavorativo, non esiste purtroppo ancora una legge sugli impianti antincendio nelle abitazioni private, ma possono essere portate avanti iniziative come queste ed accorgimenti per ridurre rischi e pericoli:
- non gettare mai mozziconi di sigaretta lungo la strada o in terra;
- dotarsi di estintori e controllare con regolarità impianti, caldaie, etc. ;
- ripulire terreni di proprietà;
- memorizzare il numero dei vigili del fuoco e segnalare immediatamente roghi attuando vigilanza e responsabilità nei confronti del territorio e del bene comune.
Non dimenticherò mai il 30 luglio
Vorrei lasciarvi con queste poche parole. Mi sono trovata in mezzo alla trappola di fuoco che ha interessato Catania nella tragica giornata del 30 luglio. Questa esperienza segnerà in modo indelebile la mia consapevolezza sul disastro che sta avvenendo per mano dell’uomo sui nostri territori. Ricorderò a lungo e forse per sempre queste tre cose: la sensazione che ho chiamato la “trappola dell’apocalisse“, sentirsi circondati dal fumo e dalle fiamme chiusi nell’abitacolo di un’auto, il vento caldo che soffia ed alza fumo nero mentre il termometro che segna 44°, la cenere che si posa sul parabrezza dell’auto mentre gli uccelli impauriti scappano sbattendoti davanti agli occhi quanto follemente stiamo bruciando il presente ed il futuro nostro e dei nostri territori.