Sono circa 70 i container bruciati: l’incendio ha interessato un’area di 4mila metri quadrati. All’interno c’erano rifiuti, a tonnellate, che erano stati esportati illegalmente.
Una coltre nera di fumo, alzata dalle campagne, ha oscurato il cielo e reso l’aria irrespirabile per ore. Un vero e proprio disastro ambientale, purtroppo l’ennesimo, che ancora una volta era stato annunciato, ma per cui non sono state prese misure preventive.
L’incendio ha interessato un’area di ben 4mila metri quadrati, in Tunisia: in fiamme i rifiuti inviati illegalmente dall’Italia, più nello specifico dalla zona industriale di Polla (Campania), al Paese nordafricano.
Lo scorso 29 dicembre, un magazzino appartenente all’azienda Soreplast di Masaken (che si trova nel governatorato di Susa) ha preso fuoco e ha messo a dura prova i Vigili del fuoco.
Indomabili le fiamme divampate da circa 70 container. Al loro interno, si trovavano tonnellate di rifiuti esportati illegalmente dal nostro Paese.
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Secondo quanto riportato da alcuni media, i rifiuti interessati dall’incendio sarebbero stati sottoposti a sequestro in seguito ad un’indagine della magistratura della Tunisia a Susa.
Si tratterebbe di un caso che coinvolge i due Paesi e che va avanti da oltre due anni.
La denuncia dell’incendio arriva in primis da un consigliere regionale della Campania, Marì Muscarà, e dal deputato tunisino Majdi Karbai. Secondo quanto riportato da Italia2tv.it, il rogo ha interessato container inviati e trasportati illecitamente dall’Italia come “rifiuti non riciclabili“.
Muscarà ha infatti affermato al giornale online che “da un anno e mezzo, 282 container provenienti dalla Campania sono bloccati in Tunisia. Ben 70 di quei container, depositati nella sede dell’azienda Soreplast, nei pressi del porto di Sousse, con conseguenze inimmaginabili per chi vive in quei territori“.
Perché, quindi, un disastro annunciato? Il traffico illegale di rifiuti non è una questione nuova per l’Italia. Un business molto pericoloso, che evidenzia tra l’altro la mancanza di impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti.
Nel nostro Paese siamo infatti soliti fare la raccolta differenziata, pressoché ovunque ormai, ma i rifiuti non conferiti con questo sistema rimangono un enorme problema.
Spesso, quindi, i rifiuti finiscono in altri Paesi e ancora più spesso diventano oggetto di traffici illegali.
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Questi portano numerosi danni per l’ambiente e per gli imprenditori che cercano di avviare sistemi di gestione dei rifiuti virtuosi, dunque i traffici illeciti impattano negativamente sia sulla filiera del riciclo che sulla Terra.
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