L’inquinamento dei nostri mari e dei nostri fiumi è rappresentato, per l’80 % da oggetti di plastica. Spesso, ignoriamo che molti oggetti la contengano. La deriva della situazione ambientale va fermata, se non vogliamo rischiare di affondare con il nostro pianeta.
Isole di plastica, fondali oceanici pieni di spazzatura, discariche abusive e non a cielo aperto. Tutta la Terra sembra lentamente ricoprirsi di pattume. La colpa non possiamo darla a nessuno, è solo ed esclusivamente nostra.
Dalla rivoluzione industriale in poi abbiamo dato il via ad un lento e rovinoso omicidio del nostro ecosistema. Abbiamo sacrificato il nostro pianeta nel nome del benessere e delle comodità.
Anche la nostra salute ci racconta la stessa storia. Aumenti di casi di leucemie, di tumori, un tasso di obesità preoccupante anche nei bambini. Al posto delle gare di bicicletta, oggi spopolando gli interi pomeriggi di fronte a giochi online con una bevanda in bottiglia accanto.
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Secondo un report del 2021 del Plastic Rivers di Earthwatch Europe e Plastic Oceans UK, le bottiglie sono la forma di plastica più diffusa nelle acque. In pochi sanno, però, che fino a qualche anno fa il primato era detenuto da un oggetto al quale nessuno pensava.
Ogni giorno vengono acquistate circa 18 miliardi di sigarette nel mondo. Un danno immane per la salute di fumatori e non, ma anche un danno enorme al nostro ecosistema. Danno che si potrebbe evitare con un po’ di educazione e rispetto in più.
Un report di Marevivo chiamato “Piccoli gesti, grandi crimini 2020“, ha scoperto che in Italia, ogni anno, 14 miliardi di mozziconi di sigarette finiscono nell’ambiente. Circa il 65% di quelle acquistate.
Lo ricordiamo: nel mondo, di sigarette ne vengono comprate circa 6,5 trilioni all’anno.
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I nostri mari, fiumi e l’ambiente in generale sono ricoperti da 2 terzi dei mozziconi di quelle sigarette, numeri che fanno girare la testa. Inconsciamente, e incoscientemente, la maggior parte dei fumatori compie il gesto “automatico” del lanciare il mozzicone.
Il mozzicone di sigaretta è composto da una plastica chiamata diacetato di cellulosa. Nell’ambiente, questo, impiega oltre 10 anni per decomporsi.
Nel frattempo rilascia intorno a sé sostanze tossiche e cancerogene come l’arsenico e la formaldeide, le stesse che poi vengono assorbite dal terreno e rilasciate nell’acqua.
Non é finita qui. Un recente studio ha messo in relazione i mozziconi di sigaretta con la difficoltà di crescita delle piante, per scoprire che il danno nelle acque è, poi, ancora più grande.
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Sulla superficie del mare, dove si trovano a galleggiare, o nelle spiagge, i mozziconi sembrano cibo e la fauna marina non li mangia. Avveleniamo quindi le acque, il terreno e anche il cibo che poi troviamo nel piatto.
E’ necessaria un’inversione di tendenza, peggiorata ulteriormente con l’avvento delle sigarette elettroniche.
Ad ogni modo, i fumatori che non riescono ancora a smettere di fumare, potrebbero riflettere sul fatto di non diventare un peso per l’ambiente, rispettandolo di più.
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