L’inquinamento da plastica è un problema che sta annientando interi ecosistemi marini. In molte aree del mondo, tra cui una vicino a noi, i livelli sono molto preoccupanti.
L’impatto dell’inquinamento da plastica nei mari è sempre più evidente. Le conseguenze per gli ecosistemi sono devastanti: intere specie animali e vegetali sono a rischio, la situazione è in netto peggioramento e servono interventi immediati.
Purtroppo, nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione da parte delle associazioni e di alcuni Governi, la plastica continua a invadere le acque. Secondo l’ultimo report del Wwf, “Inquinamento da plastica negli oceani“, ad oggi quasi tutte le specie marine sono venute in contatto con la plastica e gli effetti negativi sono stati riscontrati in quasi il 90% delle specie indagate.
La plastica è altresì un problema che sta intaccando lo sviluppo di numerosi ecosistemi, per noi fondamentali, come le barriere coralline e le foreste di mangrovie. Inoltre, molte aree come quella del Mar Mediterraneo, il Mar Giallo e il ghiaccio marino dell’Artico hanno già superato la soglia massima tollerabile di inquinamento da plastica. Oltre questo livello, si ha un rischio ecologico significativo.
Il problema va affrontato alla radice: non basta rimuovere dall’ambiente tutta la plastica già immessa, ma bisogna agire a livello di produzione. Questo perché i mari sono ormai invasi dalle microplastiche, che potrebbero aumentare di 50 volte la loro concentrazione attuale entro il 2100.
Inquinamento da plastica: crisi planetaria
Le Nazioni Unite definiscono la situazione attuale di inquinamento da plastica come una vera e propria “crisi planetaria“. Pensate che, secondo quanto riferito dal Wwf, la massa di tutta la plastica al mondo è il doppio della biomassa totale degli animali terrestri e marini messi insieme!
Tra le cause più grandi dell’inquinamento da plastica c’è la produzione di imballaggi, in particolare contenitori monouso. In generale, oltre la metà della plastica prodotta nel 2020 è diventata un rifiuto ed è finita nell’ambiente. Ad oggi, si stima che nel mare si siano accumulate tra 86 e 150 milioni di tonnellate di plastica.
Guardando al Mediterraneo, ogni anno vi finiscono 229 mila tonnellate di plastiche. Oltre la metà proviene da soli 3 Paesi: il 32% dall’Egitto, il 15% dall’Italia e il 10% dalla Turchia. Tra le 10 città più inquinanti di quest’area, ben 5 sono italiane: Roma, Milano, Torino, Palermo e Genova.
Oltre alla plastica di grandi dimensioni, che provoca danni soprattutto agli animali come tartarughe e pesci, un rischio ulteriore è dato dalla sua frammentazione e quindi la successiva formazione di microplastiche.
La soglia massima di inquinamento da microplastica “tollerabile” per un ecosistema è di 120 mila oggetti per metro cubo, oltre il quale ci sono significativi rischi ecologici. Questo limite è stato già superato in diversi “hot spots” di inquinamento, incluso il Mar Mediterraneo.